Il sottosegretario Martella: “Il 30 giugno 2020 il termine inderogabile per arrivare alla definizione di un piano di messa in sicurezza dell’istituto”.
Durante la consueta Conferenza stampa di fine anno con i giornalisti, il Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, si è soffermato sulla crisi dell’INPGI ed ha annunciato l’apertura di un tavolo tecnico già da inizio anno.
Queste le sue parole: «Per quanto riguarda l’Inpgi, non siamo intervenuti per commissariare l’Istituto. Da gennaio partirà un tavolo tecnico: è chiaro che il governo farà la sua parte, ma anche l’Istituto di previdenza dei giornalisti dovrà fare la sua». «È importante che i conti siano in ordine e auspico che la vertenza si risolva»– ha concluso Conte.
Al premier, ha fatto eco il sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella, che in una intervista rilasciata a Il sole 24 ore il 31 dicembre scorso ha sottolineato tra le altre cose: «C’è la questione INPGI, l’Istituto di previdenza dei giornalistici che versa, da tempo, in una cronica crisi finanziaria. Con una norma del decreto “Milleproroghe” abbiamo evitato, come avevamo annunciato, il commissariamento, fissando contestualmente al 30 giugno 2020 il termine inderogabile per arrivare alla definizione di un piano di messa in sicurezza dell’istituto. Come ricordato dal Presidente Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno, sarà presto attivato un tavolo tecnico con tutte le amministrazioni interessate e ognuno sarà chiamato a fare la sua parte per garantire la stabilità e l’autonomia dell’INPGI».
Martella ha anche difeso le nuove norme, inserite nella Legge di bilancio 2020, in materia di pensionamento anticipato per giornalisti e poligrafici: «Rivendichiamo di aver portato stabilmente al 50 per cento il rapporto (che era di tre a uno) di turnover del personale. – ha ricordato – Dal 2020 in tutti i casi di ristrutturazione o riorganizzazione delle imprese editrici, ogni due uscite di giornalisti dovrà essere assicurata almeno una nuova assunzione, con priorità per gli under 35 e per i precari storici delle stesse imprese e di quelle dello stesso gruppo».
Riconoscendo la validità della «possibilità di assumere giovani non giornalisti ma con profili coerenti con gli obiettivi di rilancio o funzionali alla conversione digitale», definendola «una facoltà non certo un obbligo affidata al confronto tra le parti».
Il sottosegretario, infine, ha ricordato i lavori della Commissione sull’equo compenso: «Contiamo di arrivare presto alla definizione di un nuovo quadro di regole, idoneo a contrastare abusi e sfruttamento, per i professionisti dell’informazione». «La lotta alla precarizzazione del lavoro giornalistico – ha ribadito – passa anche attraverso la certezza delle regole e la dignità dei compensi».
(Foto in alto: Il premier Giuseppe Conte alla conferenza di fine anno, da www.governo.it)