Vito Crimi, leader del Movimento 5 Stelle e viceministro dell’Interno ed ex sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria, ha chiarito che “in queste ore hanno iniziato a circolare alcune fake news sui finanziamenti ai giornali. Qualcuno sostiene che li avremmo aumentati con il Decreto Agosto, ma è falso. Facciamo chiarezza”.
Il viceministro, prosegue poi spiegando che “i contributi diretti all’editoria sono stati aboliti con un processo graduale, previsto dalla legge di bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018 n. 145, art. 1, comma 810), così strutturato: -20% il primo anno, -50% il secondo anno e -75% il terzo anno, fino all’abolizione totale. Questo provvedimento, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, è tuttora in vigore. Dunque il contributo diretto sarà totalmente soppresso”.
Crimi sottolinea che “quest’anno l’Italia, come tutti gli altri Paesi del mondo, sta facendo fronte con il massimo impegno ad una pandemia che ha provocato la più grave crisi economica e sociale dal dopoguerra ad oggi. Tutte le imprese e le attività commerciali della nostra comunità nazionale hanno subìto un danno economico e stanno vivendo un momento di grande difficoltà. E quando diciamo tutte, intendiamo anche le imprese editoriali e quelle attive nell’intera filiera dell’editoria (cartiere, distributori, investitori pubblicitari e molto altro)”.
Quindi, “per sostenere lavoratori e imprese il Governo ha emanato decreti e provvedimenti importanti, che muovono ben 100 miliardi di euro. Fra questi c’è il Decreto Agosto. Ora, qualcuno sta cercando di far passare per vero che all’interno del decreto ci sia un aumento dei contributi all’editoria. È falso”.
Crimi sottolinea in modo esplicito che “Le misure disposte dall’art. 96 del Decreto Agosto non aumentano affatto il contributo diretto ai giornali. Ad aumentare è il solo credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali. Una misura, questa, che abbiamo sostenuto e promosso già in passato perché si rivolge a tutte le aziende che investono in pubblicità su giornali e televisioni locali, e non direttamente agli editori. Dunque porta un valore aggiunto alle stesse aziende, dà energia all’economia, rimette in circolo risorse”.
Poi conclude: “Le altre misure introdotte si limitano a rideterminare i criteri di accesso e di erogazione del contributo. Altre misure ancora, che qualcuno vuol far passare come “contributi all’editoria”, vanno invece a sostenere il settore delle cartiere e dei poligrafici, un comparto della filiera in forte crisi, nel quale tanti lavoratori – che nulla hanno a che vedere con gli editori – rischiano il posto di lavoro. In conclusione, non c’è alcun aumento del finanziamento diretto ai giornali, il quale – lo ribadiamo – è destinato a scomparire”.