
Annalisa Malara è l’anestesista di turno la notte in cui Mattia, il “paziente 1”, fu portato in ospedale e fu lei a ipotizzare che si trattasse di un caso di coronavirus che già mieteva vittime in Cina. “Studi sierologici e lettura a posteriori delle cartelle cliniche, confermano la presenza del virus sul territorio già da diversi mesi. I medici – aggiunge Fontana – hanno fatto il loro dovere. I protocolli erano sbagliati. Ringraziamo ancora ogni giorno la dottoressa di Codogno che, contravvenendo al protocollo, il 20 febbraio ha eseguito quel tampone rintracciando il primo paziente positivo in Lombardia. Il suo coraggio ci ha concesso di capire che dovevamo attivarci per affrontare un’emergenza da molti ampiamente sottostimata”, conclude.
(ITALPRESS).