ROMA (ITALPRESS) – Confindustria “ha fin da subito condiviso i fini del dpcm del 22 marzo scorso, ossia garantire che in momento di grave emergenza come quello che stiamo attraversando non manchino alle persone i beni e i servizi essenziali: alimentari e farmaci, forniture e servizi per ospedali”.
“L’Istat oggi parla di circa il 56% delle imprese che dovranno chiudere, alle quali si aggiungono tutte le altre che hanno gia’ chiuso volontariamente o ridotto significativamente la propria attivita’ per mancanza di domanda – spiega Viale dell’Astronomia in una nota -. Pertanto, pur non condividendo gli interventi che oggi hanno rimesso in discussione provvedimenti gia’ molto restrittivi assunti nei giorni scorsi e, quindi, l’esclusione di alcune produzioni a nostro avviso essenziali per garantire le filiere, diciamo che bisogna mettere da parte polemiche, strumentalizzazioni ed eccessi nel linguaggio, come quelli cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, ingenerosi verso una categoria che sta responsabilmente affrontando assieme a tutto il Paese la peggiore crisi sanitaria ed economica dal dopoguerra, e lavorare tutti nella medesima direzione e con senso di responsabilita’”.
“Con la stessa immediatezza con cui si e’ affrontata la questione delle chiusure occorre rispondere alle preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori e agire con azioni e soluzioni rapide per permettere alle imprese di riaprire dopo questa difficile fase – sottolinea Confindustria -. In sostanza bisogna fare in modo che dopo la chiusura temporanea e il rallentamento della produzione non ci sia una chiusura definitiva. Questo e’ il momento della coesione nazionale vera, delle azioni e delle soluzioni e non della ricerca delle colpe; dell’unita’ nazionale nel linguaggio e nei comportamenti di chi ha davvero a cuore il futuro del Paese e ne sente la responsabilita’. E’ piu’ che mai urgente un intervento massiccio per prevenire l’impatto devastante che questa emergenza produrra’ sul sistema economico”.
(ITALPRESS).
“L’Istat oggi parla di circa il 56% delle imprese che dovranno chiudere, alle quali si aggiungono tutte le altre che hanno gia’ chiuso volontariamente o ridotto significativamente la propria attivita’ per mancanza di domanda – spiega Viale dell’Astronomia in una nota -. Pertanto, pur non condividendo gli interventi che oggi hanno rimesso in discussione provvedimenti gia’ molto restrittivi assunti nei giorni scorsi e, quindi, l’esclusione di alcune produzioni a nostro avviso essenziali per garantire le filiere, diciamo che bisogna mettere da parte polemiche, strumentalizzazioni ed eccessi nel linguaggio, come quelli cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, ingenerosi verso una categoria che sta responsabilmente affrontando assieme a tutto il Paese la peggiore crisi sanitaria ed economica dal dopoguerra, e lavorare tutti nella medesima direzione e con senso di responsabilita’”.
“Con la stessa immediatezza con cui si e’ affrontata la questione delle chiusure occorre rispondere alle preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori e agire con azioni e soluzioni rapide per permettere alle imprese di riaprire dopo questa difficile fase – sottolinea Confindustria -. In sostanza bisogna fare in modo che dopo la chiusura temporanea e il rallentamento della produzione non ci sia una chiusura definitiva. Questo e’ il momento della coesione nazionale vera, delle azioni e delle soluzioni e non della ricerca delle colpe; dell’unita’ nazionale nel linguaggio e nei comportamenti di chi ha davvero a cuore il futuro del Paese e ne sente la responsabilita’. E’ piu’ che mai urgente un intervento massiccio per prevenire l’impatto devastante che questa emergenza produrra’ sul sistema economico”.
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