Anche Comscore tira le somme dell’anno appena concluso e parla di consolidamento della crescita nell’uso di internet esplosa l’anno prima a causa dell’emergenza sanitaria.
Il 2021, infatti, sono stati 40,9 milioni gli italiani che ogni mese si sono connessi a Internet, per un tasso di penetrazione del 75% sulla popolazione maggiorenne.
Un dato in crescita del 6% rispetto al 2019, ma ancora lontano dai livelli di penetrazione dei Paesi digitalmente più evoluti (USA 91%; UK 86%).
Periodo pandemico
Come più volte sottolineato, la pandemia ha spinto non poco l’utilizzo di internet nel nostro Paese, infatti, dall’analisi degli andamenti mensili si nota come i picchi di utilizzo abbiano coinciso con l’acuirsi della crisi pandemica.
Lo studio sottolinea come gli incrementi più significativi si siano registrati nei segmenti di popolazione più maturi (45+).
Tempo speso online
Oltre due ore e 37 minuti al giorno online. È questo il tempo speso mediamente nei primi undici mesi dell’anno, in crescita del 12% rispetto al 2019.
Significative le differenze generazionali, con i giovani (18-24 anni) che passano su Internet 3 ore e 17 minuti al giorno (+22% rispetto allo stesso periodo del 2019), ovvero quasi un’ora in più rispetto alle classi d’età più mature (45+ con 2 ore e 25 minuti al giorno e un +15% sul 2019).
Principalmente trascorriamo la maggior parte del tempo online sulle App da mobile, circa il 75% del tempo speso on-line, in aumento di + 8 punti percentuali rispetto al 2019.
“Alla fine del 2021 si consolida la crescita dell’utilizzo di Internet generato dalla pandemia in tutte le fasce d’età e soprattutto su determinate aree di attività che scontavano uno storico ritardo di digitalizzazione nel nostro Paese“, afferma Fabrizio Angelini, CEO di Sensemakers che rappresenta in esclusiva Comscore in Italia. “Alcuni fenomeni strutturali come la progressiva concentrazione del tempo speso sulle applicazioni mobili dei principali player e la differenziazione della fruizione dei contenuti informativi e di intrattenimento su base generazionale, sembrano destinati a caratterizzare l’evoluzione del settore anche nel prossimo futuro”.