Dopo la decisione del Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP) di disabilitare l’accesso a ChatGPT per gli utenti italiani, anche altri Paesi si stanno muovendo in questa direzione.
Le preoccupazioni legate ai nuovi software di Intelligenza Artificiale (IA) si fondano sulla mancanza di trasparenza circa la raccolta e la diffusione di dati personali. Infatti, l’IA generativa, come ChatGPT, si avvale di algoritmi che analizzano una cospicua quantità di dati recuperati sul web, alcuni dei quali possono appartenere a utenti internet.
Le azioni intraprese in Europa
Le Autorità garanti della privacy in Irlanda e Francia si sono messe in contatto con il corrispettivo organo italiano per indagare più a fondo sulla faccenda. Anche la Germania sembrerebbe aver deciso di seguire le orme dell’Italia e bloccare ChatGPT nel suo territorio.
Nel resto del mondo
Sul tema della sicurezza dei sistemi di IA si è espresso anche il Canada. È stata aperta un’indagine su OpenAI, l’azienda statunitense che ha sviluppato ChatGPT. Lo scopo è approfondire le modalità dietro alla raccolta e all’utilizzo dei dati personali degli utenti che si avvalgono di questo servizio.
Articolo di M.M.