È in vigore una nuova riformulazione della Carta di Treviso, il documento deontologico sulla corretta informazione nei fatti di cronaca in cui sono coinvolti i minorenni.
La Carta, la cui prima stesura risale al 1990, era stata poi aggiornata una prima volta 15 anni fa. La seconda modifica era stata approvata nel luglio scorso dal Consiglio nazionale dei giornalisti e ora ha ottenuto la presa d’atto dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali.
“L’obiettivo era di rendere la Carta più aderente alla realtà, più chiara ed efficace, ma anche di immediata consultazione. Una specie di decalogo per i giornalisti utile soprattutto nelle cosiddette “zone grigie”, ovvero in quei contesti di non facile interpretazione, arrivando anche a una ‘tutela declinata in funzione dell’età e delle circostanze di fatto’”, si legge nella nota sul sito dell’Ordine dei Giornalisti.
“È stata, in realtà, rafforzata la protezione dove era necessario valutando al tempo stesso un diverso approccio, nella convinzione che la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza andasse calibrata diversamente, senza perdere i principi base della protezione dei soggetti minorenni”.
“Il minorenne non va nascosto ma protetto”, questa la filosofia della nuova Carta di Treviso. “L’intenzione è stata di chiarire ulteriormente i doveri dell’informazione rafforzando il concetto di essenzialità della notizia, l’uso del linguaggio e delle parole giuste per evitare sensazionalismi ed emulazioni, con un’applicazione ancor più stringente delle norme deontologiche per i minorenni stranieri e per i suicidi, invitando inoltre alla massima sensibilità verso i casi limite e valutando anche responsabilmente il ruolo dei genitori e le loro eventuali autorizzazioni” si legge ancora nella nota
All’operazione di revisione e aggiornamento culturale ha lavorato un comitato composto da consiglieri dell’Ordine dei giornalisti, esponenti della magistratura, psicologi, esperti di deontologia e osservatori dell’Autorità garante dell’Infanzia e dell’adolescenza.