27 milioni di euro al giorno è quanto guadagno i giganti mondiali del web. La pandemia ha sicuramente aiutato, tanto che il dato risulterebbe essere il triplo di ciò che guadagnavano nel 2018.
Ricchezza concentrata
A livello geografico, Usa e Cina dominano il settore, rispettivamente con 11 e 8 società. Seguono Giappone (3), Germania (2) e Corea del Sud (1). In Italia sono presenti con delle filiali, concentrate tra Milano e Monza-Brianza, e valgono 4,6 miliardi di euro.
Nel primo semestre 2021, la crescita a doppia cifra (+31,1%) del fatturato aggregato ha toccato i 667 miliardi di euro, è stato registrato un +49,6% e gli utili netti +80,2%. Una ricchezza concentrata, facendo il calcolo sull’intero fatturato 2020 ovvero 1.153 miliardi.
Per dare le dimensioni del tesoro su cui siedono i giganti del web si può fare il paragone con il PIL, pari al 70% del prodotto interno lordo 2020 dell’Italia. Stati Uniti e Cina si sono spartite la fetta maggiore dei ricavi: il 65% del fatturato WebSoft è stato generato dai colossi statunitensi, il 27% da quelli cinesi e solo l’8% dai gruppi di altri paesi.
Paradisi fiscali
I big del web continuano a rifugiarsi nei paradisi fiscali: tutte le cinesi hanno la sede legale nelle Isole Cayman e tutte le statunitensi (ad eccezione di Microsoft) hanno la sede legale nello stato del Delaware. Nel 2020 circa il 40% dell’utile ante imposte delle 25 multinazionali WebSoft è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di 10,7 miliardi di euro nel 2020 e di 24,5 miliardi nel triennio 2018-2020.
Il fisco italiano ha incassato 80 milioni con un tax rate del 31,4% (ma sono escluse le succursali italiane di società estere). Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tax rate salirebbe al 40%.