Unione Europea

Big tech, Ue: minimum tax al 15%, l’Italia lavora al decreto

Il governo italiano si sta muovendo per adeguarsi alla Direttiva Ue che intende imporre alle multinazionali la global mininum tax.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) spiega che il decreto legislativo sarà allineato alle regole fiscali internazionali già stabilite e condivise a livello Ocse e G20.

La riforma fiscale in atto ha lo scopo di ridurre la differenza tra i diversi livelli di tassazione nei Paesi dell’area europea.

La riforma fiscale Ocse-G20

L’8 ottobre 2021, durante la Presidenza italiana del G20, 137 membri su 141 dell’Inclusive Framework hanno raggiunto l’accordo politico per la riforma fiscale. L’accordo è stato poi approvato durante il Summit di Roma dai Leader del G20 e poi rinnovato a Bali.

La riforma della tassazione internazionale prevede due pilastri: il primo pensa a una revisione delle regole di allocazione dei profitti di multinazionali; il secondo, invece, è volto all’introduzione di una tassazione minima (global minimum tax) del 15% per le multinazionali e le grandi imprese nazionali, oltre i 750 milioni di euro di ricavi. 

La riforma, con il “Second Pillar”, vuole assicurare una buona concorrenza globale, fermare il ribasso delle aliquote d’imposta nei vari Paesi e promuovere gli investimenti.

Per questo, nel caso di una tassazione inferiore al 15%, si prevede un’imposizione integrativa (Top-Up Tax) per ciascun Paese per raggiungere l’aliquota effettiva (Effective Tax rate, ETR) stabilita dall’Ocse.

Il decreto italiano

Lo schema di decreto legislativo segue un approccio il più possibile aderente alla Direttiva Ue 2022/2523 del 14 dicembre 2022, intesa a garantire un livello di imposizione fiscale minimo a livello globale per i gruppi multinazionali e nazionali su larga scala.

Il decreto vuole in primis adattare la Direttiva Ue alla legislazione italiana e chiarire il processo di adempimento amministrativo. 

Di base, anche in Italia ogni grande impresa che fattura oltre i 750 milioni di euro dovrà versare il 15% di tasse. Ci saranno solo delle eccezioni per quelle aziende che hanno base in Italia. L’importo su cui vengono calcolate le imposte equivarrà alla quota di investimenti effettuati in Italia e al costo del lavoro dell’azienda.

Dal 2024 si dovrà pagare all’Agenzia delle Entrate la nuova tassa con una dichiarazione separata dalle altre: l’imposizione integrativa dovrà perciò essere pagata a parte per raggiungere la global minimum tax.

Articolo di T.S.

uspi

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