L’8 settembre 2022, nel corso di un incontro alla Casa Bianca convocato dalla Presidenza degli Stati Uniti, consulenti ed esperti hanno esposto possibili linee guida per riformare il settore digitale. Le proposte dei tecnici si articolano in sei punti, tesi a limitare lo strapotere delle piattaforme big tech (in particolare Meta, Apple, Google e Amazon).
Competizione e privacy
La competizione paritaria sul mercato digitale è il primo tema emerso dall’incontro. Limitare il monopolio dei grandi gruppi favorisce la nascita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. I tecnici hanno poi insistito sulla maggior tutela dei dati sensibili. Il trattamento dei dati personali deve essere limitato in maniera chiara. Le informazioni mediche e i dati geolocalizzati meritano particolari garanzie.
Tutela dei minori e rimozione della normativa dedicata
Secondo gli esperti, depotenziare la raccolta dei dati personali e la pubblicità mirata protegge gli utenti minorenni. L’incontro ha inoltre sollecitato sanzioni più severe per le piattaforme che ospitino contenuti illegali. Questo implica la rimozione delle speciali protezioni legali accordate ai colossi del web dalla Sezione 230 del Communications Decency Act.
Algoritmi trasparenti e non discriminatori
I tecnici hanno sottolineato la necessità di maggiore trasparenza sul funzionamento degli algoritmi e sulla moderazione dei contenuti. In conclusione, per i consulenti della Casa Bianca occorre prevenire la ‘discriminazione algoritmica’. Questa consiste nell’esposizione di utenti o comunità vulnerabili a prodotti rischiosi o contenuti discriminatori.
La parola al legislatore
Joe Biden aveva anticipato questi temi nel discorso annuale per lo State of the Union, il 1° marzo 2022. L’appello del Presidente era già stato accolto da un gruppo bipartisan di senatori, attualmente al lavoro su nuove norme antitrust. I promotori del progetto di legge affermano di disporre dei sessanta voti necessari a procedere in Senato, ma il voto non è stato ancora calendarizzato. Rimane da vedere quanto la legittima attività di lobbying da parte del big tech inciderà su queste proposte di legge.
Articolo di F.L.