Social Media

Australia multa X: non rispetta la normativa sulla sicurezza online

L’eSafety commissioner, l’autorità nazionale per la sicurezza online australiana, ha multato X (ex Twitter) per aver violato l’Online Safety Act. Sembrerebbe infatti che Elon Musk, proprietario della piattaforma, non abbia fatto abbastanza per rimuovere materiale illegale che mostrava abusi su minori.

Secondo le leggi australiane, le piattaforme come X sono tenute a fornire dei report per informare le autorità sulle pratiche di sicurezza che adottano. A quanto pare X, però, non fa abbastanza per vietare la circolazione di contenuti dannosi o violenti.

Questo ha spinto l’ufficio di eSafety a sanzionare il social del miliardario statunitense, costringendolo a pagare una multa di oltre 600mila dollari.

L’Online Safety Act

L’ Online Safety Act è una legislazione vigente in Australia dal 2021 introdotta per proteggere tutti gli utenti, soprattutto bambini, dalle minacce del mondo online.

La legge conferisce all’eSafety il compito di vigilare sull’operato dei fornitori dei servizi online.

L’eSafety ha il potere di punire coloro che non eseguono le direttive o, eventualmente, pubblicare dichiarazioni di merito per coloro che si distinguono e superano le aspettative.

In Australia infatti, i fornitori dei servizi online sono considerati responsabili per la sicurezza delle persone che utilizzano le loro piattaforme.

Inoltre, l’autorità nazionale australiana può richiedere la rimozione di materiale che mostri comportamenti violenti come atti terroristici o abusi.

Ancora, può bloccare la diffusione di immagini o video intimi condivisi senza il consenso della persona mostrata.

Le priorità

Ci si aspetta che gli erogatori dei servizi online cooperino con l’eSafety per costruire un ambiente digitale sicuro.

Per cui, le società in questione hanno l’obbligo di monitorare tutto quello che circola sulle loro piattaforme e di segnalare i contenuti dannosi o comunque soggetti a restrizioni.

Tra i requisiti diretti nello specifico ai social media, c’è anche quello di contrastare il cyberbullismo con ogni mezzo a disposizione. Si richiede inoltre, un’informativa chiara e trasparente che permetta agli utenti di rivendicare i propri diritti e li metta in condizione di presentare reclamo facilmente.

Articolo di F.M.

uspi

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