Articoli giornalistici protetti da diritti d’autore, emittenti radiotelevisive paghino la Siae. La proposta di legge di Anzaldi (IV)

Le radio e le televisioni dovrebbero pagare la SIAE per l’utilizzo degli articoli dei giornali, cartacei o online che siano, che quindi dovrebbero essere inseriti tra le opere protette dal diritto d’autore. A proporlo è Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, che nei giorni scorsi ha depositato alla Camera un progetto di legge sulla questione. 

“L’obiettivo? Aprire una riflessione su un tema delicatissimo e diventato oramai dirimente. L’informazione si divide in due settori: da un lato il comparto radiotelevisivo, ricco, che fa incetta di pubblicità fino a praticare dumping, dall’altro il comparto cartaceo o telematico, che arranca soffocato dai costi altissimi e da una drammatica crisi di vendite. Con in più il paradosso che quello ricco vive e prospera sul lavoro del secondo, perché sono soprattutto le agenzie, i giornali cartacei e online che producono principalmente le notizie. Tutte le trasmissioni di approfondimento o i talk show, ad esempio, si basano sul lavoro di ricerca delle notizie svolto da altri, con gli ospiti che commentano. Come equilibrare questa evidente e drammatica stortura?”. 

Anzaldi poi ha spiegato la sua proposta: “La mia idea è iscrivere anche gli articoli giornalistici tra le opere protette dal diritto d’autore, su cui pagare la SIAE. In tal modo tutte le notizie pubblicate su agenzie, giornali, riviste o web potranno essere utilizzate dalle tv solo previo versamento dei diritti in un apposito Fondo per la tutela del giornalismo”. 

Nel dettaglio, il progetto consisterebbe nel pagamento, da parte delle emittenti radiotelevisive, di un importo forfettario su base periodica, calcolato con un apposito tariffario pubblico definito da un accordo tra Siae e le associazioni di categoria.

“Per le televisioni, penso soprattutto ai colossi pubblico e privati, che hanno fondi mostruosi, sarebbe una vera bazzeccola – ha proseguito Anzaldi -, per tutti invece il riconoscimento di un lavoro pesante, impegnativo e spesso assolutamente non considerato, né sotto il profilo economico né altro”. 

I criteri e le modalità di erogazione delle risorse del Fondo per la tutela del giornalismo, specifica infine la proposta di legge, dovranno essere definiti dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in collaborazione con il ministro dell’Economia e delle finanze.