AI Act, l’Italia si schiera al fianco dell’Europa: sì a regole Ue

Il sottosegretario di Stato per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Alessio Butti, afferma che la posizione italiana sull’AI Act è in linea con quella del Consiglio Ue. Butti conferma così l’approvazione delle regole sull’IA a Bruxelles, contro la minoranza di opposizione francese.

Linee discordanti tra Stati membri

A dicembre 2023, si era raggiunto un accordo politico tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo sulle regole per l’IA e i suoi produttori. Il testo, tuttavia, è stato diffuso tra gli Stati membri solo pochi giorni fa, scatenando reazioni controverse sui punti critici dell’accordo.

Tra i governi contrari alle linee guida proposte dall’Ue, la Francia mirava a creare una minoranza di opposizione. Già a novembre 2023, il presidente francese Macron era intervenuto sull’argomento auspicando una “preservazione dell’innovazione” e un ripensamento sulle “tentazioni punitive” dell’AI Act. La Francia, dunque, vorrebbe un’autoregolamentazione dell’IA Generativa, secondo dei vincoli normativi di base, ma con sanzioni che possano essere applicate solo se le violazioni siano ripetute.

La Germania, secondo Paese dopo la Francia intento nella creazione e produzione di sistemi e modelli di IA, ha consultato sia il governo francese che quello italiano, spostandosi poi sulla linea intrapresa da Butti.

In questo quadro politico, i Paesi membri si sono esprimessi durante la riunione del Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti), tenutasi il 2 febbraio scorso, in vista del voto finale dell’Europarlamento, che sarà il 24 aprile.

La lettera d’appello in favore dell’AI Act

Per la riunione del Coreper, le industrie europee hanno voluto mostrare solidarietà verso l’Ue e i suoi piani di approvazione dell’AI Act. Da questo intento, la creazione di una lettera d’appello firmata da oltre 200 organizzazioni e associazioni europee.

I sottoscriventi concordano che l’introduzione di obblighi “in relazione all’AI generativa non è solo la cosa giusta da fare, ma consentirebbe all’Ue di contribuire a stabilire uno standard globale nella regolamentazione dell’AI”.

In Italia, sono molti i firmatari dell’appello. Nella lettera si legge: “A seguito del recente rapido emergere di strumenti popolari di AI generativa, il testo concordato dai negoziatori del trilogo propone obblighi minimi per i “General Purpose Al Models”. Questi obblighi rappresentano una base minima su cui costruire gli sforzi per consentire agli autori e ai titolari di diritti europei di perseguire il rispetto dei loro diritti e ottenere la richiesta di autorizzazione per l’uso dei loro contenuti. Ciò favorirebbe un ambiente in cui i diritti e le libertà commerciali sono rispettati, promuovendo al contempo la concessione di licenze di contenuti creativi a modelli di Al dando il via a opportunità di partnership e innovazione”.

Articolo di T.S.