La European Data Protection Board (EDPB) ha imposto a Meta l’obbligo di non utilizzare più i dati personali degli utenti per annunci pubblicitari mirati, senza che venga dato un consenso esplicito.
L’ordinanza dell’EDPB
La decisione del Garante Ue impone, dunque, l’obbligo a Meta di proporre un chiaro consenso ai suoi utenti per poter continuare a raccogliere dati per scopi pubblicitari.
L’ordinanza elimina dunque la base giuridica che permetteva alla società di Mark Zuckerberg di trattare liberamente i personal data degli utenti europei. Proprio su questa base giuridica, Meta è spesso riuscita a svincolarsi dal Regolamento sulla privacy dei dati del 2018, il GDPR 2018/1725.
Meta dovrà perciò stabilire un nuovo protocollo. Per garantire una privacy maggiore agli utenti e un’adesione più stretta alle regolamentazioni europee già in atto, sarà sottoposto a un intenso controllo legale da tutti i regolatori europei.
L’EDPB ha dichiarato che quest’ultima ordinanza “imporrà un divieto di trattamento dei dati personali per la pubblicità comportamentale sulla base giuridica del contratto e dell’interesse legittimo in tutto lo Spazio economico europeo (See)”.
Il passo di Meta verso le norme Ue
Meta, tuttavia, sostiene di aver già fatto un primo passo verso le regolamentazioni europee. Ha annunciato che darà “alle persone nell’UE e nello Spazio economico europeo l’opportunità di dare il proprio consenso” e che, a novembre, offrirà “un modello di abbonamento per conformarsi ai requisiti normativi”.
Infatti, questi modelli di abbonamento rappresentano “una forma valida di consenso per un servizio finanziato dalla pubblicità”. Il problema di monitoraggio dei dati, però, sembra finire solo per gli utenti a pagamento, per ora.
Il Garante si aspetta che l’azienda di Menlo Park si allinei all’ordinanza entro due settimane, con un divieto di mancato consenso che entrerà in vigore una settimana dopo.
La presidente dell’EDPB, Anu Talus, ha fermamente comunicato che per Meta “è giunto il momento che renda conformi i propri trattamenti e che fermi i trattamenti illegali”.
Articolo di T.S.