CALTANISSETTA (ITALPRESS) – La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato beni per 2 milioni di euro riconducibili ad un imprenditore ritenuto contiguo a Cosa nostra di Gela. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Direttore della Dia. Dagli atti del procedimento penale e dalle dichiarazioni rilasciate da diversi collaboratori di giustizia è emerso che l’indagato avrebbe messo a disposizione dell’associazione mafiosa telefoni cellulari e schede telefoniche intestate a soggetti incensurati totalmente estranei a contesti criminali, al fine di eludere le indagini delle forze di polizia e di consentire ai criminali di perseguire le finalità dell’organizzazione.
La vicenda giudiziaria che ha interessato l’indagato e le numerose frequentazioni con esponenti di spicco della criminalità organizzata gelese hanno richiamato, nel testo del provvedimento emesso dal Tribunale nisseno, le caratteristiche e gli schemi comportamentali propri “dell’imprenditore colluso”.
Tali rilevanti aspetti erano stati vagliati in passato anche dal Gruppo Interforze Antimafia, le cui conclusioni avevano portato all’adozione di una interdittiva antimafia.
Gli accertamenti condotti dalla Dia hanno messo in evidenza anche “l’anomalo” incremento di ricchezza dell’imprenditore gelese rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare da lui accumulato negli ultimi decenni.
Il sequestro, per un valore stimato pari a circa 2 milioni di euro, ha interessato una società e il relativo compendio aziendale di beni, tre quote societarie di partecipazione, 14 immobili e svariati rapporti bancari.
credit photo agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).
La vicenda giudiziaria che ha interessato l’indagato e le numerose frequentazioni con esponenti di spicco della criminalità organizzata gelese hanno richiamato, nel testo del provvedimento emesso dal Tribunale nisseno, le caratteristiche e gli schemi comportamentali propri “dell’imprenditore colluso”.
Tali rilevanti aspetti erano stati vagliati in passato anche dal Gruppo Interforze Antimafia, le cui conclusioni avevano portato all’adozione di una interdittiva antimafia.
Gli accertamenti condotti dalla Dia hanno messo in evidenza anche “l’anomalo” incremento di ricchezza dell’imprenditore gelese rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare da lui accumulato negli ultimi decenni.
Il sequestro, per un valore stimato pari a circa 2 milioni di euro, ha interessato una società e il relativo compendio aziendale di beni, tre quote societarie di partecipazione, 14 immobili e svariati rapporti bancari.
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