La Commissione europea ha presentato ieri il documento contenente i principi e i diritti per il decennio digitale Ue.
I criteri, messi nero su bianco, intendono mettere al centro del mondo digitale le persone e i loro diritti, sostenere la solidarietà e l’inclusione, garantire la libertà di scelta online, promuovere la partecipazione allo spazio pubblico digitale, aumentare la sicurezza e l’emancipazione delle persone e promuovere la sostenibilità.
Bruxelles ribadisce dunque che i principi Ue già promossi nelle due importanti proposte di legge sul digitale (Digital Services Act -DSA- e Digital Markets Act -DMA-) debbano valere per tutto il mondo online, dai servizi privati a quelli forniti dalle pubbliche amministrazioni, dalle scuole alla sanità.
“I diritti e le libertà sanciti dal quadro giuridico dell’Ue e i valori europei dovrebbero essere rispettati online come offline”, ha spiegato la vicepresidente Ue, Margrethe Vestager.
“Vogliamo tecnologie sicure che funzionino per le persone e che rispettino i nostri diritti e valori. Anche quando siamo online. E vogliamo che tutti abbiano il potere di prendere parte attiva nelle nostre società sempre più digitalizzate. Questa dichiarazione ci fornisce un chiaro punto di riferimento”, chiarisce Vestager.
“Ciò che illegale offline dovrebbe esserlo anche online”
Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, ha sottolineato che l’obiettivo Ue è quello di creare un nuovo standard di regolazione digitale, alternativo a quello di Usa, Russia e Cina, “vogliamo che gli europei sappiano che possono contare su una connettività di prim’ordine, un accesso continuo ai servizi pubblici e uno spazio digitale sicuro ed equo. La dichiarazione dei diritti e dei principi digitali stabilisce anche una volta per tutte che ciò che è illegale offline dovrebbe essere illegale anche online. Miriamo anche a promuovere questi principi come standard per il mondo intero”, ha concluso Breton.
Articolo di I.M.