“Il 2020 è stato un anno complicato in cui persone e imprese hanno sconfinato da territori sicuri, quindi nella prima parte dell’anno le imprese hanno ridotto in maniera molto significativa gli investimenti pubblicitari per poi capire che la grande esposizione che ha caratterizzato il 2020 e che caratterizza anche il 2021 per l’interesse da parte delle imprese di sapere che cosa succede, hanno capito che l’aumento dell’audience poteva rappresentare un’opportunità. Così nella seconda parte del 2020 c’è stata una ripresa, che non ha portato alla chiusura in pareggio, ma ad una perdita dell’11%. Per il 2021 prevediamo una crescita attorno al 4%”. Così dichiara Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente UPA – Utenti Pubblicità Associati -, intervistato da RTL 102.5.
I dati sulla pubblicità relativi al primo mese del 2021 non sono ancora positivi, ma d’altronde bisogna considerare gli strascichi dell’ultimo periodo dell’anno, ancora costellato di chiusure e limitazioni, ma soprattutto lo stesso periodo del 2020 con cui il dato viene confrontato.
Guardando all’andamento dei singoli mezzi, la situazione è abbastanza differenziata: “In Italia normalmente la televisione è centrale rispetto all’andamento dei media”, afferma Sassoli de Bianchi. “Se noi prevediamo un 4% per il 2021 la televisione sarà attorno a quella cifra, poi sopra la televisione c’è internet che cresce un po’ di più, alcuni sono sopra o sotto la media, come la carta stampata che sta trasferendo la sua raccolta pubblicitaria sulla parte digitale dell’editoria”.
“C’è bisogno di coesione da parte di chi ci governa, perché se i messaggi sono contrastanti la fiducia viene meno”, prosegue il presidente UPA, che poi conclude con un dato positivo: “abbiamo tra i 70 e i 90 miliardi di risparmi in più che sono dovuti in parte alla paura e in parte al fatto che c’era meno opportunità di spendere, allora bisogna rimettere in circolo: la pubblicità è un motore in questo senso e mi auspico che le aziende investano, anche perché la pubblicità è un motore anche per il PIL”.