È stato approvato dal CNOG il nuovo articolo (5 bis) del Testo Unico dei doveri dei giornalisti, proposto dalla CPO (Commissione pari opportunità del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti), sull’uso del linguaggio nei casi di violenza di genere.
Durante l’ultima riunione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti sono state apportate all’unanimità “storiche modifiche al Testo unico dei doveri del giornalista che andranno in vigore dal 1° gennaio 2021 per consentire l’adeguata diffusione delle norme approvate”.
Inoltre, durante l’incontro, si è discusso della formulazione di un regolamento sul voto telematico in aggiunta a quello che rimarrà possibile al seggio tradizionale.
La votazione sul nuovo Testo Unico si è concentrata sull’articolo 5 bis, dal titolo “Rispetto delle differenze di genere”, elaborato appunto dal Gruppo di Lavoro Pari Opportunità del CNOG. Le modiche in questione vertono principalmente su due punti:
- Evitare la spettacolarizzazione;
- Usare un linguaggio rispettoso nei casi di violenze di genere, al di là dell’orientamento sessuale delle vittime.
L’articolo pone l’accento sulla gravità dell’uso di narrazioni scorrette che sono ancora troppo diffuse e invita quindi a usare “un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole”, ad “attenersi all’essenzialità della notizia e alla continenza” e ad evitare ogni tipo di spettacolarizzazione della violenza. Il gruppo di lavoro Pari Opportunità, a luglio aveva presentato anche il primo corso di formazione professionale on line, realizzato sul tema “Violenza contro le donne: le regole dell’informazione”.
“L’approvazione dell’articolo rappresenta un momento storico” hanno sottolineato i componenti del gruppo composto da Lucio Bussi, Cristina Caccia, Michela Canova, Elisabetta Cosci, Alessandra Fava, Tamara Ferrari, Elide Giordani, Nadia Monetti, Luisella Seveso e Gianpaolo Boetti insieme alla coordinatrice Paola Dalle Molle. “Un lavoro di squadra realizzato grazie all’impegno di tutte e tutti nonostante i tempi difficili a causa dell’emergenza Covid”.
Carlo Verna, Presidente del Consiglio Nazionale, ha espresso soddisfazione per entrambe le novità: “Sono tutte innovazioni di fondamentale importanza dalla previsione in tema disciplinare di sanzioni più pesanti in caso di recidiva a indicazioni molto opportune riguardanti il giornalismo scientifico (art. 6, ndr). Ma quello che ritengo il fiore all’occhiello di tutti noi e ringrazio la commissione pari opportunità e Paola Dalle Molle che l’ha presieduta con grande impegno e competenza, è costituito – ha proseguito Verna – dalle specifiche previsioni per il ‘Rispetto delle differenze di genere’”.
“Anche se alcune cose erano evincibili dai principi generali del nostro testo deontologico, le puntualizzazioni fatte – conclude Carlo Verna – rendono ancora più chiare le prescrizioni irrinunciabili di un linguaggio rispettoso che eviti gli stereotipi di genere, e costituiscono un contributo di civiltà che il mondo del giornalismo italiano ha voluto dare in un tempo storico molto triste per il perpetuarsi inaccettabile e sempre ingiustificabile delle violenze sulle donne”.