Alla Commissione europea viene chiesto un approccio piĆ¹ integrato al patrimonio culturale. Ribadita anche la richiesta di raddoppiare la dotazione complessiva di Europa Creativa.
Almeno il 2 per cento dello strumento di ripresa Next Generation EU da 750 miliardi sia destinato alle industrie e ai settori culturali e creativo. Questo hanno richiesto alla Commissione europea e agli Stati membri gli eurodeputati del Partito popolare europeo, dei Socialdemocratici (S&D), dei Verdi, dei Liberali di Renew Europe e della sinistra unitaria della GUE in una risoluzione comune approvata ieri 17 settembre.
“I settori creativi e le industrie creative rappresentano fino al 3,8% del PIL dell’Unione europea e rappresentano piĆ¹ di 8 milioni di posti di lavoro. Ć anche importante che il settore Europa creativa ottenga un segno nel piano di ripresa per i creativi e settore culturaleā, ha dichiarato Sabine VerheyenĀ del Gruppo europeo dei Cristiano democratici.
Durante la pandemia, l’UE ha reso le norme sugli aiuti di Stato piĆ¹ flessibili, offrendo agli Stati membri maggiori possibilitĆ di sostenere i loro artisti e la loro cultura.
āMa non esiste un piano di ripresa dell’UE dedicato per il settore creativo che ĆØ in gran parte costituito da lavoratori autonomi e freelance con accesso limitato o nullo ai benefici sociali. ā ha sottolineato la deputata – Inoltre, l’attuale accordo di bilancio settennale per il programma Europa creativa ĆØ inferiore del 13% rispetto a quanto inizialmente proposto dalla Commissione nel 2018ā.
I deputati, approvando la risoluzione comune, Ā chiedono un sostegno piĆ¹ diretto per la cultura e fondi aggiuntivi per le arti nel bilancio a lungo termine.
(Foto in alto: La sede del Parlamento europeo aĀ Bruxelles, da wikipedia.org – di Andrijko Z. ā licenza CC BY-SA 4.0)