Andrea Martella, Sottosegretario per l’informazione e l’editoria, ha firmato il provvedimento per la ricostituzione della Commissione per l’equo compenso nel settore giornalistico, come effettivamente aveva già annunciato nel corso delle dichiarazioni programmatiche alla Camera.
La Commissione, prevista dalla legge del 31 dicembre 2012, n. 233 (Equo compenso nel settore giornalistico), aveva la finalità di valutare l’equo compenso nel lavoro giornalistico. Istituita presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DIE), era composta da “a) un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; b) un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico; c) un rappresentante del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti; d) un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei giornalisti comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; e) un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei committenti comparativamente più rappresentative sul piano nazionale nel settore delle imprese di cui all’articolo 1, comma 1; f) un rappresentante dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI)” ed aveva il compito, entro due mesi dal suo insediamento, di definire l’equo compenso dei “giornalisti iscritti all’albo non titolari di rapporto di lavoro subordinato con quotidiani e con periodici, anche telematici, con agenzie di stampa e con emittenti radiotelevisive” e di redigere un elenco “dei quotidiani, dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che garantiscono il rispetto di un equo compenso, dandone adeguata pubblicità sui mezzi di comunicazione e sul sito internet del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
Il 4 dicembre prossimo si terrà la prima riunione della Commissione, convocata da Andrea Martella. Lo stesso Sottosegretario, in audizione in commissione Cultura alla Camera, sulle linee programmatiche dell’attività di Governo in materia di editoria, ha affermato: “Personalmente sono convinto che per assicurare i necessari standard di qualità all’informazione professionale e per combattere la precarizzazione nelle redazioni occorra riconoscere un equo compenso per le prestazioni giornalistiche, da individuarsi secondo criteri certi e condivisi. Per questo motivo, come del resto avevo annunciato anche nel corso delle dichiarazioni programmatiche alla Camera, sono convinto che la Commissione possa essere uno strumento strategico per questo obiettivo. Confido, pertanto, che la Commissione possa giungere entro tempi ragionevoli a questo risultato, perché la dignità del lavoro giornalistico e la qualità dell’informazione si difendono in concreto anche riconoscendo a tutti i giornalisti un giusto compenso per il proprio lavoro”.