Ue minaccia Musk: X rispetti il Codice di Condotta sulla disinformazione

La Commissione europea sta vigilando sulla diffusione della disinformazione attraverso le piattaforme social. Sembrerebbe che fra tutte X (ex Twitter) sia quella meno incline a contenere la diffusione di fake news o a bloccare bot e profili falsi.

Ciò è dimostrabile tenendo conto dei dati raccolti dall’Ue, i quali provano che su X gli attori della disinformazione hanno molta più visibilità rispetto a chi promuove informazioni affidabili.

Il monito della vicepresidente Ue

La vicepresidente Ue, Vera Jourova, avverte Elon Musk ricordandogli che in Europa c’è una legge sui servizi digitali pienamente in vigore e che verrà applicata senza tralasciare nessuno.

Prosegue dicendo che in Ue “abbiamo una nostra unità molto ben attrezzata che monitorerà e supervisionerà ciò che stanno facendo le piattaforme”.

Per poi concludere con un avvertimento diretto: “il mio messaggio per Twitter è che c’è sempre la dura legge della vita: staremo attenti a quello che stai facendo”.

Lotta alla disinformazione

In passato, quando Musk ha comprato Twitter, ribattezzandola poi X, ha affermato a più riprese di voler dare vita ad una piattaforma senza filtri, senza alcun tipo di censura.

Una posizione non proprio moderata che collide con il codice di condotta contro la disinformazione promosso dall’ Ue.

X sarà obbligato a rispettare le regole europee impegnandosi a combattere la disinformazione come hanno fatto le altre piattaforme. Meta, Google, Youtube e Tiktok, infatti, hanno già preso provvedimenti rimuovendo post dannosi, cancellando profili falsi, anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. 

Passi in avanti per le altre piattaforme 

Nello specifico, Meta ha recentemente pubblicato un report, come richiesto nel codice di condotta per i servizi digitali Ue, in cui si analizzano i progressi in questo senso, come richiesto.

In Italia ad esempio, tra gennaio e giugno 2023, Meta ha eliminato 1.900 post da Instagram e 45mila post su Facebook per disinformazione “dannosa per la salute o di interferenza elettorale o sui censimenti”.

Anche TikTok ha fatto pulizia rimuovendo 1,3 milioni di profili falsi. Google invece ha rifiutato circa 15mila tentativi di pubblicare annunci elettorali in Italia da parte di inserzionisti non verificati. Persino Youtube ha preso provvedimenti eliminando 2.684 video per disinformazione. Insomma, ad X non resta che allinearsi.

Articolo di F.M.