Misure di sostegno: bonus e crediti d’imposta per salvare le edicole

Per far fronte alla crisi delle edicole sono necessarie altre urgenti misure di sostegno. Lo ha dichiarato il Presidente SNAG Andrea Innocenti in un’intervista rilasciata a Francesca Cutolo e apparsa nel numero di aprile della rivista “50&Più”.

Dati negativi da Unioncamere-Infocamere

I dati citati da Innocenti sono sconfortanti: in primis, più di 2000 comuni in Italia sono privi di una rivendita di giornali e circa 2500 ne hanno solo una attiva. Inoltre, dal 2018 in poi, in soli cinque anni si è registrato un crollo del 26% del numero delle edicole presenti sul territorio.

In particolare, fra 2021 e 2022 le rivendite aperte si sono ridotte del -3,5%, ma l’anno scorso la contrazione è arrivata al -5,6%. Paradossalmente, proprio grandi città come Roma, Torino e Milano hanno registrato un maggior numero di chiusure dal 2019: rispettivamente, 303, 138 e 129. In controtendenza, invece, solo Bolzano e Sondrio.

Ovviamente, questa situazione ha indotto molte attività a fermarsi definitivamente, perché per un’edicola è davvero difficile riaprire dopo un’interruzione. In base ai dati di Unioncamere-Infocamere, parliamo di 4.005 saracinesche abbassatesi nell’ultimo quinquennio, a fronte di poco più di 11.000 fra chioschi e negozi attivi. E si consideri che circa la metà di questi si sostenta anche grazie ad attività che esulano dalla vendita dei periodici. A farne le spese è soprattutto la popolazione femminile, che rappresenta più del 37% delle imprese di rivendite di giornali (laddove la media nazionale di aziende gestite da donne si attesta al 22%).

Un’inversione di tendenza

Nonostante ciò, il presidente degli edicolanti SNAG Confcommercio-Sindacato Autonomo Nazionale Giornalai ha sottolineato che il crollo si è comunque molto ridotto grazie alle misure di sostegno al settore. I recenti interventi relativi a bonus e crediti d’imposta, infatti, hanno nettamente rallentato il processo di desertificazione in atto.

Nel 2022, anzi, sono nate o sono subentrate circa 500 nuove edicole, in parte gestite da under 40. Ciò che preoccupa Innocenti, però, è l’assenza di stanziamenti dedicati per l’anno in corso, che potrebbe comportare la perdita di altre 2000 edicole.

Interventi urgenti

Gli interventi più urgenti dovrebbero riguardare la rete di distribuzione, soprattutto al livello locale, e le condizioni economiche di vendita. Sono, poi, necessari incentivi alla lettura del cartaceo, specie tra i giovani.

Recentemente, a tale proposito anche le scuole sono state coinvolte in progetti formativi che ruotano intorno a negozi e chioschi della carta stampata, ma indispensabile è pure la collaborazione degli editori. La distribuzione in edicola, infatti, continua a garantire alle case editrici circa l’80% dei loro fatturati, motivo in più per sostenerla.

La strada per la sopravvivenza delle rivendite di giornali, inoltre, passa anche per la loro informatizzazione e trasformazione in centri di servizi o infopoint. Il futuro prossimo le vede diventare sportelli di quartiere, collegati a privati e amministrazioni locali, in cui inviare pacchi, fare fotocopie o pagare bollette.

Di certo, il passaggio dai 6 milioni (in media) di quotidiani venduti al giorno nel 2000 al milione e 300 del 2023 ha danneggiato sia la stampa sia le edicole, che oggi spesso riescono a vendere la metà dei periodici rispetto alla fine del secolo scorso.

Ultimamente, le rivendite di giornali devono sopravvivere anche alla concorrenza di altre attività come le tabaccherie, che si stanno riconvertendo come centri multiservizi. Per far fronte a questa nuova minaccia è stato recentemente inaugurato il progetto pilota toscano dell’Edicola Km 0, che propone ai clienti anche prodotti tipici locali. Ma la vera soluzione al problema, secondo Innocenti, passa ancora una volta per incisive misure di sostegno.

Articolo di M. P.