Social Media

Report Meta: Italia batte il record europeo per disinformazione

La Commissione europea si sta attivando per contenere il fenomeno della disinformazione che circola sul web attraverso fake news, bot e profili falsi. Per questo motivo, l’Ue ha incaricato Meta di monitorare la situazione e di redigere un report che fornisca le informazioni necessarie sulla questione.

L’indagine è stata condotta nei primi sei mesi del 2023 su un campione che comprende le grandi major nel settore della comunicazione come Meta, TikTok, Google.

Grazie a questa ricerca, si può avere contezza di come le fake news circolano sul web e, di conseguenza, prendere provvedimenti procedendo all’eliminazione di contenuti dannosi.

I numeri

Secondo il report pubblicato da Meta, l’Italia batte il record europeo per la presenza di disinformazione sui social.

Infatti, nel primo semestre del 2023 Meta ha eliminato, in Italia, oltre 45mila contenuti da Facebook e 1.900 da Instagram perché si trattava di fake news “dannose per la salute o di interferenza elettorale o sui censimenti”.

Anche TikTok ha dovuto aumentare i controlli e ha cancellato 5,9 milioni di account falsi in tutta l’Ue, tra questi, ben 1,3 milioni di account erano italiani.

Google invece ha rifiutato circa 15mila tentativi di pubblicare annunci elettorali in Italia da parte di inserzionisti non verificati.

Non si può tralasciare Youtube che ha rimosso nel nostro Paese 2.684 video su un totale di 16.419 video rimossi in tutta l’Unione.

Il Codice di condotta Ue

La ricerca diretta da Meta è stata richiesta dall’Ue in conformità con il Codice di condotta contro la disinformazione online. Il codice promosso dall’Europa nasce dall’accordo sottoscritto con le grandi società impegnate nel mondo dell’innovazione, dei social e della pubblicità online.

Con questo documento, i colossi internazionali accettano di contrastare la disinformazione e di lavorare per fornire agli utenti gli strumenti per riconoscere e segnalare le fake news

Inoltre, nel documento si chiede espressamente di verificare la trasparenza della pubblicità, soprattutto quella politica. I firmatari poi, hanno anche l’obbligo di garantire il fact-checking sulle proprie piattaforme.

Per questo, l’Ue ha istituito una task force che sta vigilando sull’operato delle major con lo scopo di monitorare il loro impegno.

Articolo di F.M.

uspi

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