Matt Brittin, presidente di EMEA Google, ha esposto i risultati dell’ultima ricerca Google x Ipsos “Privacy by design: the benefits of putting people in control”, al DMEXCO, che si è svolto di recente a Colonia.
L’obiettivo della ricerca è stato quello di determinare un nuovo approccio alla pubblicità da parte degli inserzionisti, per garantire all’utente la piena soddisfazione a seguito di un’esperienza su un sito web.
Per questo studio sono stati intervistati 20.000 cittadini europei, a proposito delle proprie abitudini nei confronti delle esperienze online.
Mai come oggi l’utente online necessita di un’informazione di qualità, controllata e sicura. Brittin, però, mette subito in guardia, avvertendo che “il web come lo conosciamo è a rischio”. Il mondo online, sino ad oggi, è riuscito a sostenersi grazie ai ricavi delle inserzioni pubblicitarie, massimizzando i profitti con gli annunci mirati.
Il nuovo rapporto Ipsos commissionato da Google, mostra, però, che i consumatori sono molto più interessati alla propria privacy online.
Per Brittin tutto ciò si traduce nella necessità di una pubblicità più sicura e rispettosa della privacy degli utenti. Per citare il Presidente di EMEA “tutto questo è una sfida, ma anche un’opportunità”.
Secondo i risultati Ipsos la risposta emotiva positiva del consumatore aumenta quando sente di essere in controllo delle proprie scelte riguardo alla privacy. Tutto ciò è molto più importante rispetto all’effettivo controllo che l’utente esercita sui propri dati.
Al momento gli inserzionisti online permettono di poter gestire le proprie preferenze sui cookies, o di poter scegliere di iscriversi o meno a newsletters commerciali.
Questo, agli utenti non basta più. L’attenzione è sulla trasparenza, perciò l’utente vuole sapere quali dati verranno usati e come e come tutto questo migliorerà la propria esperienza su un dato sito.
Un’esperienza positiva a livello di privacy influenza il 43% degli intervistati sulla scelta di un brand, percentuale che sale fino al 71% quando il brand dimostra onestà a proposito di come utilizzerà i dati dell’utente.
Brittin, perciò, consiglia ai brand di consentire alle persone di sentirsi padroni delle proprie scelte, adottando la regola delle 3 M. Un’esperienza di acquisto su un sito deve risultare:
L’uso di queste tre pratiche produce, secondo Ipsos, un aumento complessivo del 37% della fiducia dell’utente. In più, lo studio ha riportato:
Queste pratiche risultano fondamentali nell’erogazione di una pubblicità più efficace, etica e sostenibile per l’utente. Questo tipo di pubblicità è l’unico a garantire la sussistenza di Internet così come lo conosciamo.
Le alternative all’attuale modello economico sono due, decisamente insostenibili: la possibilità di un web a pagamento, inaccessibile a tutti coloro che non possono permetterselo, oppure abolire ogni annuncio mirato, producendo un danno economico che si aggira fra i 32 e i 39 miliardi di dollari.
Perciò, consentire agli utenti la gestione delle proprie opzioni in materia di privacy si traduce in un aumento non solo di fiducia da parte del consumatore nei confronti del brand, ma anche in un aumento di ricavi per brand ed inserzionisti. Un guadagno da entrambe le parti.
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