Notizie false e interferenze, l’Ue risponde alle richieste dei governi

Il Consiglio Ue promette maggiore capacità di risposta dell’Unione sulle notizie false, manipolazioni e interferenze da parte di soggetti esterni.

Tramite una nota, l’organo europeo afferma che questa fuga di notizie false dovute appunto a una manipolazione è spesso utilizzata come parte di più ampie campagne mediatiche. Questa strategia avrebbe lo scopo di fuorviare, ingannare e destabilizzare le società democratiche. Inoltre, creerebbe attriti culturali e sociali in modo strategico e coordinato. Si fa un non troppo velato riferimento alla Russia per quanto riguarda l’invasione dell’Ucraina.

Il Consiglio si impegna dunque a rafforzare la lotta a questa minaccia, anche attraverso la collaborazione diretta con le Nazioni Unite e con altre organizzazioni internazionali e nazionali.

L’Ue invita tutte le parti interessate a intensificare i lavori per lo sviluppo di principi internazionali sulle disinformazioni. Invita anche l’Alto rappresentante e la Commissione Ue a presentare opzioni per misure che potrebbero essere adottate contro gli autori di queste notizie false. In pratica pone l’obiettivo di fare proteggere l’ordine pubblico e la sicurezza Ue con qualsiasi mezzo necessario.

Risposta alla richiesta dei governi europei

I ministri delle telecomunicazioni dell’Ue hanno richiesto, prima di questa nota del Consiglio, maggiore supporto in un vertice informale. Al centro della discussione c’era la lotta alla disinformazione diffusa dal Cremlino.

Hanno partecipato a tale incontro anche rappresentanti di piattaforme come Google, YouTube, Meta e Twitter.

I ministri avevano due richieste specifiche, una per le piattaforme e una diretta all’Ue.

I governi chiedono alle piattaforme di rispondere più rapidamente alle loro richieste quando riportano la diffusione di notizie false o account di origini dubbie. In tal senso viene richiesto anche l’aumento di lavoro dei team di moderazione nelle varie lingue.

Invece ciò che concerne l’Ue, ed è proprio lo sforzo che ha fatto l’Unione di cui parliamo, è la richiesta di maggiore chiarezza e pressione nei rapporti con queste piattaforme. Infatti, i governi europei sono da tempo insoddisfatti degli sforzi del Consiglio, accusato di essere troppo flessibile.

Il nuovo codice di condotta, e questa nota del Consiglio Ue, fanno ben sperare nella collaborazione futura tra i governi e l’Unione per la battaglia alla disinformazione.