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No alla moderazione sui contenuti politici, nuova legge in Texas

Pochi giorni fa Facebook aveva pubblicato i risultati di un’analisi che riguardava l’apprezzamento degli utenti che vedevano meno contenuti politici nei loro feed. E i risultati parlano chiaramente: è stata apprezzata la minore presenza di questi post. 

Ma la moderazione dei contenuti online da parte delle piattaforme non piace a molti. Il potere che questi soggetti hanno sta crescendo e qualche Stato sta già provvedendo per impedire loro di oscurare i contenuti basati sul “punto di vista dell’utente o di un’altra persona”.

È il caso del Texas che vieta la censura dei social media. Sia la Camera che il Senato dello Stato americano hanno infatti approvato un provvedimento che impedisce alle piattaforme con oltre 50 milioni di utenti di censurare in qualsiasi modo utenti o contenuti sulla base di motivazioni politiche.

Il governatore del Texas Greg Abbott ha firmato il disegno di legge e secondo le nuove regole, i social non potranno rimuovere, limitare o moderare in altro modo i contenuti a causa della prospettiva politica di un utente, né bannarlo dalla piattaforma. Le aziende dovranno anche pubblicare report che mostrino la frequenza con cui hanno ricevuto reclami sui contenuti e con quale frequenza hanno rimosso i post.

La norma prevede anche che chi nel tempo è stato bloccato o silenziato potrà fare causa alle piattaforme. 

Sicuramente l’oscuramento dei profili social dell’ex presidente Donald Trump dello scorso gennaio è uno dei motivi alla base dell’idea che le grandi aziende del mondo tecnologico vogliano in qualche modo boicottare le idee conservatrici violando il Primo emendamento. 

Non è infatti un caso che una legge sulla stessa lunghezza d’onda sia stata promulgata a maggio anche in Florida, dove il governatore Ron DeSantis è considerato un fedelissimo dell’ex presidente. 

Dal canto loro le associazioni che rappresentano le aziende tech sostengono che una norma del genere non farebbe che aumentare i contenuti di odio e la disinformazione online vista l’impossibilità di moderazione.

Irene Vitale

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