Digital Markets Act, scelte le Big Tech coinvolte dai parametri UE

Il Digital Markets Act (DMA) al vaglio dell’Unione Europea non è sicuramente gradito ai colossi dell’hi tech. Ora però la lista dei gatekeeper, ossia le società che dovranno conformarsi ai requisiti del DMA, è ufficiale.

La Commissione Europea ha incluso Alphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance (Tik Tok), Meta (Facebook e Instagram) e Microsoft. All’appello manca a sorpresa Samsung, nonostante a luglio la società fosse nei parametri per entrare nell’elenco.

L’obiettivo della Commissione è mitigare l’emergenza delle start-up che faticano a reggere la concorrenza delle Big Tech.

Cosa prevede il Digital Markets Act

La legge prevede un elenco di cosiddetti gatekeeper, ovvero società con degli specifici requisiti. Devono offrire servizi con almeno 45 milioni di utenti attivi al mese, avere un fatturato annuo pari o superiore a 7,5 miliardi di euro o una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro nell’ultimo esercizio finanziario.

In queste prescrizioni troviamo le 6 società citate più Amazon, poi esclusa. La Commissione Europea esige che entro il 6 marzo 2024 queste aziende si conformino ai requisiti del DMA. In pratica dovranno ammettere sui propri sistemi operativi app e sistemi di pagamento di terze parti. Inoltre dovranno eseguire la cancellazione delle app preinstallate e modificare i servizi di messaggistica. In caso di violazione di questi parametri le sanzioni potrebbero arrivare anche al 10 per cento del fatturato mondiale.

Microsoft e Apple non ci stanno

Microsoft aveva dichiarato che il suo motore di ricerca Bing non dovesse sottostare alle regole del Digital Markets Act, poiché il suo marketshare è di circa il 3 per cento. Secondo il colosso hi tech quindi, Bing non dovrebbe essere equiparato a Google, ad esempio, visto che quest’ultimo ha un marketshare superiore al 90%. Google per canto suo avrà l’obbligo di offrire all’utente la possibilità di scegliere un motore di ricerca alternativo.

Per quanto riguarda Apple, la Mela di Cupertino ha chiesto l’esclusione di iMessage, perché non supererebbe i 45 milioni di utenti attivi al mese. Secondo questi dati l’applicazione non sarebbe tenuta a rispettare l’obbligo di interoperabilità con altri servizi di messaggistica. Tuttavia gli analisti ritengono che essendo iMessage integrato con dispositivi come iPhone, iPad e Mac, il numero di utenti superi il miliardo.

Apple si appresta a subire le conseguenze peggiori dal DMA a prescindere da quello che succederà al proprio servizio di messaggistica. Il peggiore incubo della società infatti è l’adeguarsi all’obbligo di consentire l’uso di app store alternativi, oltre al cosiddetto sideloading delle app su iOs e IpadOS.