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Codice di condotta sulla disinformazione online, le piattaforme presentano le loro auto-valutazioni

Per i Commissari UE: «La messa a disposizione di dati e strumenti di ricerca è ancora episodica e arbitraria e non risponde alle esigenze dei ricercatori ai fini di un controllo indipendente».

La Commissione europea ha pubblicato a fine ottobre le prime relazioni annuali di autovalutazione presentate da Facebook, Google, Microsoft, Mozilla, Twitter e 7 associazioni europee del settore che rappresentano le piattaforme online, l’industria della pubblicità e gli inserzionisti, in conformità del Codice di condotta sulla disinformazione.

Il Codice include un Allegato che identifica le migliori pratiche che i firmatari si impegnano ad osservare per attuare gli impegni del Codice.

Le relazioni dei firmatari del codice descrivono i progressi compiuti nel corso dell’ultimo anno nella lotta contro la disinformazione online. Il codice di buone pratiche è uno strumento di autoregolamentazione che è stato avviato nell’ottobre 2018 e costituisce un importante pilastro del più generale Piano d’azione contro la disinformazione.

Vĕra Jourová, commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, Julian King, commissario responsabile per l’Unione della sicurezza, e Mariya Gabriel, commissaria per l’Economia e la società digitali, hanno reso una dichiarazione congiunta:

Vĕra Jourová (da wikipedia, Autore Reinis Inkēns – licenza CC BY-SA 2.0)

«Consideriamo particolarmente positiva la pubblicazione, da parte dei firmatari del codice di buone pratiche, delle autovalutazioni in merito all’attuazione dei loro impegni. In particolare, siamo lieti di constatare che le piattaforme online si sono impegnate a rendere più trasparenti le loro politiche e a instaurare una cooperazione più stretta con i ricercatori, i verificatori dei fatti e gli Stati membri. I progressi realizzati variano però notevolmente tra i firmatari e le relazioni forniscono scarse informazioni sull’effettiva incidenza delle misure di autoregolamentazione adottate nel corso dell’anno precedente e sui meccanismi di controllo indipendente».

Julian King (da Wikipedia, Autore HM Government, lic. OGL v1.0)

«Sebbene le elezioni del Parlamento europeo del 2019 a maggio – si legge nella dichiarazione non siano state, ovviamente, esenti da disinformazione, le azioni e le relazioni redatte mensilmente in vista delle elezioni hanno contribuito a limitare il margine disponibile per le interferenze e a migliorare l’integrità dei servizi. Tuttavia, la propaganda e la disinformazione automatizzate su vasta scala persistono e occorre fare di più in tutti i settori contemplati dal codice. Non possiamo accettare che tali pratiche siano considerate normali».

«Rimane l’urgenza che le piattaforme online instaurino una cooperazione significativa con una gamma più ampia di organizzazioni indipendenti e affidabili. – si insiste nella dichiarazione L’accesso fornito finora ai dati non risponde ancora alle esigenze dei ricercatori indipendenti».

«Infine, nonostante gli importanti impegni assunti da tutti i firmatari, – concludono i Commissari ci rammarichiamo del fatto che nessun’altra piattaforma o nessun altro attore del settore della pubblicità abbia aderito al codice di buone pratiche».

Principali risultati delle relazioni di autovalutazione

Rispetto alla situazione dell’ottobre 2018, i firmatari del codice di buone pratiche segnalano un miglioramento della trasparenza ed è stato avviato un dialogo più intenso con le piattaforme sulle loro politiche di lotta alla disinformazione.

Mariya Gabriel (da Wikipedia, Autore Walter Isack, CC BY-SA 3.0)

Sebbene i firmatari del codice di buone pratiche rendano conto dei progressi in relazione agli impegni di cui la Commissione ha monitorato l’attuazione da gennaio a maggio in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2019, essi forniscono minori informazioni sull’attuazione degli impegni intesi a fornire ai consumatori e alla comunità dei ricercatori gli strumenti per agire. La messa a disposizione di dati e strumenti di ricerca è ancora episodica e arbitraria e non risponde alle esigenze dei ricercatori ai fini di un controllo indipendente.

La portata delle azioni intraprese da ciascuna piattaforma per dare attuazione ai propri impegni varia notevolmente. Analogamente, rimangono differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda l’attuazione delle politiche delle piattaforme, la cooperazione con i portatori di interessi e la sensibilità ai contesti elettorali.

Prossime tappe

È in corso la valutazione generale della Commissione sull’efficacia del codice di buone pratiche. Oltre alle autovalutazioni redatte dai firmatari, la Commissione terrà conto di:

– un contributo del gruppo dei regolatori europei per i servizi audiovisivi (ERGA) previsto nel piano d’azione contro la disinformazione;

– una valutazione da parte di un organismo terzo selezionato dai firmatari, come previsto dal codice di buone pratiche;

– una valutazione da parte di un consulente indipendente ingaggiato dalla Commissione, prevista per l’inizio del 2020.

Entro fine anno, la Commissione presenterà al Parlamento europeo una relazione sulle elezioni del 2019. Su tale base la Commissione presenterà la sua valutazione globale all’inizio del 2020. Qualora i risultati ottenuti nel quadro del codice si rivelassero insoddisfacenti, la Commissione potrebbe proporre ulteriori misure, anche di natura regolamentare.

Per ulteriori informazioni: Sito dell’UE contro la disinformazione

uspi

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