ROMA (ITALPRESS) – «In Veneto la situazione è assolutamente seria, e lo sarà fino a quando avremo dimesso l’ultimo paziente. Il Covid è un incubo. Ma da qui al leggere i dati senza la necessaria consapevolezza, ce ne corre». Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, il governatore del Veneto Luca Zaia che spiega: “Passiamo tutti i giorni per la regione con il maggior numero di contagi, il primo giorno che ci siamo presi il primato avevamo fatto circa 60 mila tamponi tra rapidi e molecolari. I contagiati erano 3.000, quindi il 5%. In quello stesso giorno, la regione che passava per la migliore aveva trovato 40 positivi su 400 tamponi. Il che significa il 10%: il doppio”. “Noi da sempre – aggiunge – facciamo un gran numero di tamponi rapidi. Che però non possono essere inclusi nella statistica. O meglio: i positivi sono contati, ma il loro numero viene caricato sui soli tamponi molecolari. Ma nei prossimi giorni, questo cambierà”. «Il governo – dice – cambierà il modo di registrare i dati, come richiesto dalle Regioni. Quello che finora ha fatto passare il Veneto per un lazzaretto».
Zaia si vaccinerà, “ma soltanto quando arriverà il mio turno. Perchè ogni vaccino che non arriva a chi ne ha più bisogno è un’opportunità persa. Ho detto ai miei direttori generali di non vaccinarsi: perchè i vaccini, nella prima fase, servono per chi sta nelle terapie intensive, non per chi sta in ufficio. Al momento, ci sono arrivate 875 dosi. Ma quando ce ne daranno altre, noi siamo prontissimi: abbiamo una macchina da guerra vaccinale».
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