Ogni giorno di più cresce la necessità per l’Italia, ma anche per tutti i Paesi europei, di portare in porto la proposta di legge sulla web tax, per la regolamentazione della tassazione per le multinazionali che operano in rete, mettendo fine ad un’elusione fiscale su scala globale di decine di miliardi di euro. Per l’Europa in primis inizia ad essere davvero inaccettabile, a livello economico, permettere che queste grandi società digitali facciano business in Europa pagando tasse minime.
L’obiettivo è sempre stato quello di garantire equità fiscale e concorrenza leale, condizioni che sempre più vengono a mancare parlando in particolare di Over The Top (OTT, Facebook, Amazon, Google, ecc).
In merito a questo, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è intervenuto, chiarendo che “l’Italia punta a un accordo globale per la web tax, ma in assenza di questo accordo scatterà la tassazione italiana a partire dal febbraio 2021. L’Italia lavora anzitutto per una soluzione globale, cioè per un sistema di tassazione a livello internazionale che consenta di evitare lo spostamento artificiale dei profitti fuori da dove sono stati realizzati. Se alla fine dell’anno non ci sarà una soluzione globale, riscuoteremo i proventi della nostra tassazione. Tecnicamente questo avverrà a febbraio prossimo”.
Nonostante questa specifica sulle prossime mosse in fatto di tassazione sui profitti dei giganti USA che il nostro Paese compirà, il Ministro ha precisato l’importanza di una soluzione globale: “Penso che a questo punto l’Unione europea debba muoversi, sono fiducioso e ottimista che anche dal prossimo appuntamento, alla fine di gennaio ci siano dei passi avanti per trovare una soluzione globale”.
Con la Francia c’è già una linea di pensiero comunque, stando anche alle parole del ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, che chiarisce che anche nel Paese d’Oltralpe si stanno muovendo passi per una norma nazionale, sempre con la speranza di riuscire a stilarne una internazionale: “Siamo d’accordo per un quadro globale comune. Ma se non ci sarà un accordo la Francia non farà un passo indietro, ed è pronta a riscuotere la tassa sulle attività digitali delle grandi imprese globali a dicembre 2020”.
Il parere condiviso, che sostiene la tesi dell’importanza di una legge internazionale, consiste nell’impossibilità, secondo alcuni, di delimitare i confini del digitale con una legge che poggi su confini nazionali. Una Web tax a carattere nazionale, infatti, potrebbe penalizzare le imprese residenti nei Paesi che la applicano, tanto sul mercato tradizionale quanto su quello internazionale.
La risposta USA a questa “minaccia” europea è la possibile introduzione di dazi sulle importazioni dai paesi europei da parte degli Stati Uniti.