E ancora: «Ogni volta che guardiamo un film “pirata”, o ascoltiamo musica “rubata”, oppure giochiamo a videogames scaricati illegalmente, o ancora leggiamo libri, quotidiani, periodici, persino fumetti diffusi per mezzo di canali che violano il copyright, mettiamo a rischio dei posti di lavoro”.
Lo ha scritto sul suo account facebook Vito Crimi, vice ministro dell’Interno, capo politico del M5S ed ex responsabile dell’editoria del primo Governo Conte.
«È importante essere consapevoli di questo. Perché dietro quei contenuti piratati c’è il grandissimo lavoro di tante persone che se ne va in fumo. – ha continuato Crimi – Il lavoro di autori e creativi, di scrittori e giornalisti, di tecnici del suono e della fotografia, di registi, di sceneggiatori, di programmatori e di tantissimi altri professionisti che come tutti noi mantengono sé stessi e le proprie famiglie grazie a quel lavoro. Il lavoro di una filiera immensa, che è quella del settore audiovisivo, dell’intrattenimento, della cultura, dell’editoria, dell’informazione e di tutto ciò che oggi è in grado di produrre contenuti multimediali che possono essere diffusi in rete».
Il Vice ministro ha parlato durante il webinar organizzato da FAPAV (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali) sul tema “Industria, consumi culturali e comportamenti illeciti”, nel corso del quale è stata presentata l’indagine relativa al 2019 sulla pirateria audiovisiva in Italia, condotta dall’Istituto di ricerca Ipsos.
«Un tempo – ha specificato Crimi – i formati e i supporti che la tecnologia poteva fornire erano materiali, visibili, come un dvd senza bollino Siae, o un cd non registrato. Insomma c’era la consapevolezza della contraffazione e l’evidenza di un corpo del reato. Oggi tutto va in rete. E le persone si ritrovano sempre più spesso ad usufruire di contenuti illegali senza nemmeno rendersene conto, arrivando a considerare il tutto “normale”».
I numeri della Indagine Ipsos
Secondo la ricerca realizzata da Ipsos per conto di Fapav, il danno per l’economia italiana causato della pirateria audiovisiva solo nel 2019 è stimato a quasi un miliardo e cento milioni di euro (1,07), con un impatto negativo in termini di Pil di quasi 500 milioni, altri 200 di mancati introiti per lo Stato e una stima di circa 5.900 posti di lavoro spazzati via.
Un furto sostanzialmente in trend “stabile” rispetto all’anno precedente (37% di incidenza contro il 38% del 2018) – rileva la ricerca – seppure con un sensibile calo nel numero degli atti: circa 400 milioni di atti compiuti, -28% dell’anno precedente. Ma che si stima abbia scippato all’industria audiovisiva 591 milioni euro in un anno con oltre 96 milioni di fruizioni perse e che nei due mesi di lockdown ha visto un’ulteriore brusca impennata con il numero dei pirati salito al 40% e gli atti illeciti cresciuti da 69 milioni nel bimestre medio del 2019 a 243 milioni nei due mesi di pandemia.
Quanto alla tipologia di prodotti, i film rimangono il contenuto più ricercato dai pirati (nell’84% dei casi) ma con un forte calo rispetto al 2018 nel numero degli atti (-34%). Secondo posto per serie e fiction (63%) e programmi (46%). In forte crescita l’accesso illecito agli eventi sportivi live (27% pari a 5,2 milioni di persone).
Dalla indagine presentata, cambiano anche le modalità di fruizione illegale: pur rimanendo stabile la via dello streaming, cresce in modo preoccupante l’accesso alle Iptv illegali, con un’incidenza del 10%. Tra i fruitori dello streaming si registra l’utilizzo delle app di messaggistica istantanea e dei social network per il reperimento dei contenuti. Tra gli under 15, cala il numero di pirati ma cresce il numero di atti illeciti, +27% rispetto all’anno prima, con un forte interesse verso serie e fiction.
Nel ringraziare gli organizzatori per l’invito a partecipare e tenendo ben presente i numeri snocciolati nell’indagine, il sen. Crimi ha tenuto a precisare: «Ma più dei numeri è importante comprendere il dramma dei posti di lavoro bruciati e delle famiglie che escono distrutte da questo sistema illegale».
(Foto in alto: Vito Crimi, dal suo account facebook)