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Per Utilitalia è necessario che il governo garantisca l’operatività dei servizi essenziali e snellisca i procedimenti autorizzativi per interventi urgenti, avviando poi le azioni necessarie a favorire il percorso di rilancio tramite la realizzazione di nuove opere infrastrutturali. In particolare, serve un’iniezione straordinaria di liquidità a supporto delle imprese, e anche di sostegno all’attuazione dei piani di investimento programmati. Sarebbe inoltre necessario rilanciare il mercato dei contratti pubblici e garantire la tempestività degli approvvigionamenti, nonchè semplificare i procedimenti e ridurre di un terzo i termini delle procedure autorizzative. Da un punto di vista fiscale si propone di incentivare fiscalmente le aggregazioni tra imprese e di introdurre l’agevolazione fiscale del superammortamento, limitata agli investimenti non inferiori ai 10 milioni di euro effettuati fino al 2023. “Il recovery plan italiano avrà bisogno anche di investimenti privati. I 50 miliardi di investimenti prospettati dal settore delle utilities, senza richiedere risorse pubbliche, ma una facilitazione da parte governo, sono importanti per il sostegno dell’economa del Paese. Faremo un testo in tal senso”, ha commentato in un convegno con i principali player del settore, il viceministro dell’Economia Antonio Misiani.
“Gli investimenti che facciamo, li facciamo per rendere servizi migliori ai nostri clienti, oltre che per rilanciare il Paese”, ha specificato Massimiliano Bianco, amministratore delegato di Iren. Per Giuseppe Gola, amministratore delegato di Acea, “dei 30 miliardi di cui parla il piano di Utilitalia nel settore idrico, 3 verranno utilizzati dal gruppo Acea. Sentiamo di avere un ruolo fondamentale in questo settore. Questi investimenti possono però essere anche aumentati se si creano le giuste condizioni di contorno”. “Abbiamo bisogno di una strategia che sia un grado di rilanciare degli investimenti nel settore idrico. Oggi ci sono bonus per chi adotta delle soluzioni migliori dal punto di vista energetico, ma non per chi investe in campo ibrido”, ha detto Renato Mazzoncini, ad di A2a. Un’idea sposata da Stefano Venier, ad di Hera, che ha chiesto l’introduzione di “certificati blu per chi porta avanti investimenti e progetti in materia di efficenza idrica”.
(ITALPRESS).