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Usare software senza licenza è costato 1,3 mln alle PMI (dati 2017)

Lo sostiene ‘Bsa The Software Alliance’ secondo cui il costo totale per le piccole e medie imprese ha registrato una crescita anno su anno del 37%, rispetto agli oltre 950.000€ del 2016.

L’utilizzo di software privo di licenza, nel 2017, è costato alle PMI italiane oltre 1,3 milioni di euro, a causa del risarcimento dei danni per violazione del diritto d’autore e dei costi di legalizzazione. Lo sostiene una indagine di Bsa The Software Alliance secondo la quale il costo totale per le piccole e medie imprese ha registrato una crescita anno su anno del 37%, rispetto agli oltre 950.000 di euro del 2016.

Lo scorso anno, le PMI che sono state scoperte ad utilizzare software senza licenza hanno pagato in media 56.700 euro. La diffusione dei software privi di licenza riguarda tutti i settori ma i principali trasgressori del 2017 sono state le aziende IT, le società di vendita e le imprese manifatturiere, seguite da vicino dalle aziende grafiche, pubblicitarie e dagli studi di architettura.

L’indagine evidenzia che il costo reale è significativamente più elevato, in quanto potrebbe comprendere i costi legali e altre spese indirette, come la gestione dell’operatività del business, il danno reputazionale e l’impatto economico dell’acquisto inatteso di software.
Inoltre, installando software illegali provenienti da fonti sconosciute, le aziende potrebbero aumentare il rischio di diventare vittime di attacchi informatici.
(Fonte: 9Colonne)

Secondo l’ultimo studio di BSA (del 5 giugno 2018), in Italia l’uso di software privi di licenza scende al 43%, complice la preoccupazione dei CIO per la violazione dei dati.
Si tratta di un calo di due punti percentuali rispetto al precedente studio di BSA, pubblicato nel 2016. Il valore commerciale dei software privi di licenza installati nella penisola ammonta a oltre un miliardo di euro.

La diminuzione della percentuale di software senza licenza è stata influenzata, secondo l’indagine BSA, da alcuni trend che caratterizzano il panorama italiano, come la ripresa economica e la crescente attenzione dedicata dalle aziende al Software Asset Management (SAM). Va però considerato che l’Italia rimane tra i Paesi dell’Europa Occidentale con il più alto tasso di software privi di licenza, subito dopo Grecia, Cipro e Islanda.

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BSA Software Alliance (www.bsa.org) è il principale sostenitore dell’industria globale del software prima dei governi e nel mercato internazionale. I suoi membri sono tra le aziende più innovative al mondo, creando soluzioni software che stimolano l’economia e migliorano la vita moderna.
Con sede a Washington, DC e sedi in oltre 60 paesi, BSA è pioniere dei programmi di conformità che promuovono l’uso del software legale e sostiene politiche pubbliche che promuovono l’innovazione tecnologica e guidano la crescita nell’economia digitale.

uspi

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