Il Presidente Commissione UE : “La transizione digitale europea deve proteggere e rendere più forti i cittadini, le imprese e la Società”. L’obiettivo è la “sovranità tecnologica”.
In un post del 19 febbraio scorso, pubblicato sul proprio profilo twitter, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, così ha scritto: «La transizione digitale europea deve proteggere e rendere più forti i cittadini, le imprese e la Società. Oggi presentiamo la nostra strategia per elaborare il futuro digitale dell’Europa».
Alla vigilia della apertura dei lavori che dovranno definire la nuova strategia digitale per trovare soluzioni europee alle sfide globali della innovazione e della concorrenza, la Presidente ha illustrato le linee programmatiche del suo gabinetto, sul sito della Commissione UE.
La von der Leyen si è subito dichiarata una “ottimista tecnologica”. Questa sua convinzione nella tecnologia come forza per sviluppare il bene, ha spiegato, deriva dalla sua esperienza come studentessa di medicina: «Ho imparato e visto in prima persona la sua capacità di cambiare i destini, salvare vite umane e rendere banale quello che una volta sarebbe stato un miracolo. – ha sottolineato – Ora diamo per scontato un antibiotico quando abbiamo un’infezione o una radiografia: questi sono miracoli che, grazie alla tecnologia, hanno cambiato il corso dell’umanità in meglio».
La Presidente si augura che il ricorso al processo tecnologico diventi la norma in tutti gli aspetti della nostra società: dall’agricoltura alla finanza, dalla cultura all’edilizia, dalla lotta ai cambiamenti climatici alla lotta al terrorismo.
Questa è la visione, secondo von der Leyen, che deve sussistere alla base della nuova strategia digitale che la Commissione europea sta per presentare:
«Riteniamo che la trasformazione digitale possa alimentare le nostre economie e aiutarci a trovare soluzioni europee alle sfide globali. – ha illustrato la Presidente – Riteniamo che i cittadini dovrebbero avere il potere di prendere decisioni migliori sulla base di conoscenze approfondite ricavate da dati non personali. E vogliamo che i dati siano disponibili a tutti, siano essi soggetti pubblici o privati, grandi o piccoli, start-up o giganti del web. Ciò aiuterà la società nel suo insieme a trarre il massimo vantaggio dalla innovazione e dalla concorrenza e a garantire a tutti di beneficiare di un dividendo digitale. Questa Europa digitale dovrebbe riflettere il meglio dell’Europa: aperta, equa, diversificata, democratica e sicura di sé».
L’ampiezza della strategia della Unione europea dovrà riflettere la portata e la natura della transizione che ci attende. Dovrà coprire tutto, dalla sicurezza informatica alle infrastrutture critiche, dall’educazione digitale alle competenze, dalla democrazia ai media.
Ma la trasformazione digitale non può essere lasciata al caso, ha specificato il capo dell’esecutivo:
«Dobbiamo garantire che i nostri diritti, la nostra privacy e le nostre protezioni siano gli stessi online e non. Ciascuno di noi dovrà poter avere il controllo sulla propria vita e su ciò che accadrà alle proprie informazioni personali».
Dovremo poterci fidare della tecnologia: «Capisco perfettamente che per molti la tecnologia non si è ancora guadagnata questa fiducia. Vedo come può venir meno quando le grandi piattaforme online utilizzano i dati dei propri clienti in modi che non dovrebbero. O quando la disinformazione scaccia il giornalismo responsabile e quando il clickbait (l’acchiappaclik) conta più della verità».
Il punto è che la transizione digitale dell’Europa, secondo von der Leyen, deve proteggere e potenziare i cittadini, le imprese e la società nel suo insieme. Deve offrirsi alle persone in modo che queste sentano i benefici della tecnologia nella loro vita. Per far sì che ciò accada, l’Europa deve avere le proprie capacità digitali, che si tratti di informatica quantistica, 5G, sicurezza informatica o intelligenza artificiale (AI): «Queste sono alcune delle tecnologie che abbiamo identificato come aree di investimento strategico, per le quali i finanziamenti dell’UE possono attingere a fondi del settore nazionale e privato».
Perciò dovremo superare la frammentazione nel nostro mercato unico, che è spesso maggiore online che altrove. E avremo bisogno di risorse economiche per finanziare il progetto. «Questo è il motivo – ha informato la presidente – per cui al Consiglio europeo di questa settimana spingerò per un bilancio UE moderno e flessibile che investe nel nostro futuro e nella ricerca, nella diffusione dell’innovazione e nelle competenze per realizzarlo».
La protezione dei dati
Il punto di partenza sarà sempre la protezione dei dati personali. L’Europa ha già le regole più forti al mondo; ora, occorre fornire agli europei gli strumenti di cui hanno bisogno per assicurarsi che abbiano ancora più il controllo.
«Ma c’è anche un altro tipo di dati – per von der Leyen – che è la miniera d’oro scoperta e inutilizzata dell’economia agile dei dati del futuro. Sto pensando a dati anonimi sulla mobilità o dati meteorologici raccolti da aerei di linea, immagini satellitari, ma anche dati industriali e commerciali su qualsiasi cosa, dalle prestazioni del motore al consumo di energia».
Questi tipi di dati non personali, secondo la presidente, possono sostenere la progettazione e lo sviluppo di prodotti e servizi nuovi, più efficienti e più sostenibili. E possono essere riprodotti praticamente a costo zero: «Eppure oggi, l’85% delle informazioni che produciamo viene lasciato inutilizzato. Questo deve cambiare».
«Svilupperemo un quadro legislativo e standard operativi per creare gli spazi da dedicare ai dati europei» è la promessa del capo della Commissione UE. Ciò consentirà alle aziende, ai governi e ai ricercatori di archiviare i propri dati e accedere ai dati affidabili condivisi da altri. Tutto ciò avverrà in condizioni sicure che creeranno maggior valore per tutti e assicureranno un equo ritorno per tutti.
L’intelligenza artificiale (IA) in Europa
Questi pool di dati a loro volta guideranno il lavoro della Commissione per promuovere l’eccellenza e la fiducia nell’intelligenza artificiale in Europa. L’intelligenza artificiale sta già aiutando le piccole aziende a ridurre la bolletta energetica, consentendo trasporti più ecologici e automatizzati e portando a diagnosi mediche più accurate.
Per aiutare le aziende grandi e piccole a sfruttare appieno il potenziale dell’IA, l’Europa investirà in una rete di centri di innovazione digitale locali e in centri di eccellenza per la ricerca e l’istruzione avanzate.
Allo stesso tempo, ha sostenuto la Presidente: «Agiremo per garantire che l’IA sia corretta e conforme agli elevati standard che l’Europa ha sviluppato in tutti i campi. Il nostro impegno per la sicurezza, la privacy e la parità di trattamento sul luogo di lavoro deve essere pienamente rispettato in un mondo in cui gli algoritmi influenzano le decisioni. Concentreremo la nostra azione su applicazioni ad alto rischio che possono influire sulla nostra salute fisica o mentale o che influenzano decisioni importanti in materia di occupazione o applicazione della legge».
L’obiettivo, quindi, del governo europeo non è più regolamentare, ma salvaguardie pratiche, responsabilità e possibilità di intervento umano in caso di pericolo o controversie. Abbiamo modellato con successo altri settori, dalle automobili al cibo, e ora applicheremo la stessa logica e gli stessi standard nella nuova economia agile dei dati.
«Riassumo tutto ciò che ho esposto con il termine “sovranità tecnologica” – ha concluso Ursula von der Leyen – Tale termine descrive la capacità che l’Europa deve avere di fare le proprie scelte, sulla base dei propri valori, nel rispetto delle proprie regole. Questo è ciò che contribuirà a rendere tutti noi “ottimisti tecnologici” ».
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