Ospitata da “Wow spazio fumetto”, presso il Museo del Fumetto dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano, dal 2 giugno al 29 luglio 2018.
81 anni fa, nel gennaio 1937, veniva pubblicato il primo numero de Il Vittorioso, lo storico giornale a fumetti cattolico che per trent’anni ha accompagnato i ragazzi, lanciando grandi artisti della Nona Arte, come Benito Jacovitti, stabilendo un filo diretto con i lettori personale e inedito e accompagnando i ragazzi anche a scuola con il celeberrimo Diario Vitt.
WOW Spazio Fumetto, presso il Museo del Fumetto dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano (Viale Campania 12), in collaborazione con l’Associazione Amici del Vittorioso, propone una mostra a ingresso libero che dal 2 giugno al 29 luglio espone i numeri e le pagine più significative di un percorso editoriale fondamentale per la storia dell’editoria per ragazzi.
Sabato 2 giugno, si è tenuta l’inaugurazione, alla presenza degli artisti Athos Careghi e Luca Salvagno, dello studioso Ernesto Preziosi (autore del saggio Il Vittorioso. Storia di un settimanale illustrato per ragazzi 1937-1966, ed. Il Mulino), di Loris Cantarelli, direttore editoriale di Fumo di China e dei membri dell’Associazione Amici del Vittorioso. Per l’occasione è stato realizzato uno speciale annullo filatelico commemorativo, dedicato ai trent’anni dell’Associazione.
Per informazioni: Ufficio stampa WOW Spazio Fumetto, Enrico Ercole, tel. 349/5422273.
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Un po’ di storia e… di memoria
Nel gennaio 1937, dopo una forte promozione sulle testate cattoliche dell’epoca, vede la luce il primo numero del giornale a fumetti Il Vittorioso, creato su iniziativa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica.
Il settimanale ha una concezione inedita: nato per fare concorrenza al Topolino di Mondadori e all’Avventuroso di Nerbini, che con i loro racconti di avventura erano le testate di maggior successo tra i ragazzi, pubblica racconti e rubriche che si propongono di formare la gioventù sulla base dei valori cristiani, che pervadono ogni pagina del settimanale pur senza essere ostentati, lasciando da parte un’impostazione troppo moralistica.
Il settimanale viene distribuito capillarmente usufruendo del canale “alternativo” delle parrocchie, con vendita “militante” e propaganda degli abbonamenti effettuate negli oratori; la vendita viene effettuata sui banconi della “buona stampa” perennemente allestiti all’interno delle chiese.
Un altro punto di forza del settimanale sono i suoi collaboratori. Gli artisti presenti sono quasi esclusivamente italiani, e sulle pagine del Vittorioso vengono lanciati o si affermano grandissimi autori del fumetto italiano.
Già nel primo numero esordisce un autore importante come Franco Caprioli, maestro del pointillisme (o “puntinismo”: scomposizione dei colori in piccoli punti), e nel giro di pochi mesi arrivano Gianluigi Bonelli, futuro creatore di Tex, Sebastiano Craveri, che per anni è l’autore più popolare del Vittorioso con il suo indimenticabile mondo pieno di animali antropomorfi, guidato dal saggio Giraffone, e Kurt Caesar, eccezionale nel rappresentare i mezzi meccanici e che sarà anni dopo il primo copertinista della storica collana di fantascienza Urania.
Nel 1940 avviene l’esordio di Benito Jacovitti, appena diciassettenne, destinato a diventare il più importante autore umoristico italiano di sempre. Negli anni arriveranno poi maestri come Gianni De Luca, Carlo Peroni, Lina Buffolente, Lino Landolfi e tanti altri.
Ma la straordinaria avventura del Vittorioso non è fatta solo di fumetti: sulle sue pagine si stabilisce un rapporto molto stretto tra la redazione e i lettori, grazie soprattutto al Redattore Capo (dal 1948 al 1966), altrimenti detto RedCap, Domenico Volpi (Vice Presidente dell’USPI).
Il Vittorioso si avvale anche della collaborazione di straordinari testimonial, come il grande campione ciclistico Gino Bartali, che visita in diverse occasioni la redazione.
Il nome del Vittorioso finisce poi sui banchi di scuola di tutt’Italia grazie al popolarissimo Diario Vitt, una pubblicazione che dal 1949 al 1980, ha accompagnato gli studi di generazioni di studenti, attratti in particolare dall’estro inesauribile di Jacovitti.
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