La Commissione europea ha richiamato nuovamente WhatsApp ad aggiornare i suoi termini di servizio a tutela della privacy dei consumatori Ue.
Le autorità europee sostengono, infatti, che l’app di messaggistica di Meta non informi in modo trasparente gli utenti sulle proprie politiche relative ai dati.
“WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che stanno accettando e come i loro dati personali vengono utilizzati per scopi commerciali, in particolare per offrire servizi ai partner commerciali. Ribadisco che mi aspetto che WhatsApp rispetti pienamente le norme Ue che tutelano i consumatori e i loro diritti fondamentali”, ha dichiarato il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders.
Il sollecito
La Commissione Ue ha inviato all’azienda un sollecito formale. Nel documento viene richiesto a WhatsApp di rendere più trasparenti e comprensibili i propri termini di servizio. Inoltre, si chiede alla società di chiarire se ottiene ricavi dalle politiche commerciali relative ai dati degli utenti.
L’azienda aveva ricevuto una prima lettera di richiamo a gennaio. Successivamente, WhatsApp aveva effettivamente fornito agli utenti le informazioni necessarie sugli ultimi aggiornamenti del 2021. I consumatori sono stati avvisati anche tramite notifiche in-app o attraverso il centro assistenza. Tuttavia, queste informazioni sono state ritenute “insufficienti e confuse” dalle autorità.
Ora, l’app di messaggistica ha un mese di tempo per dimostrare che le sue pratiche sono conformi al diritto comunitario.
Articolo di I.M.