Il più famoso cronista di guerra italiano Toni Capuozzo, è stato intervistato da Tiziana Pikler per la testata Primaonline.
In tour per la presentazione del libro “Piccole Patrie”
Toni Capuozzo – famoso e apprezzato ex inviato speciale in diversi territori di guerra, già giornalista di Mediaset – è in questi giorni in tournée in giro per l’Italia per presentare il suo ultimo libro “Piccole Patrie” (ed. “Biblioteca dell’Immagine”).
Il testo racconta il rapporto con la sua terra d’origine, il Friuli Venezia Giulia, con la consapevolezza di un’Italia che non è altro che un mosaico di tante piccole patrie, tante piccole comunità.
“In Piccole Patrie – racconta l’autore – ho raccontato tutto quello che mi ha incuriosito: viaggi e persone, guerre e catastrofi naturali, piccole storie e cronache nere, amori e avventure… Sono friulano e mi sono sentito a casa in tante parti del mondo, da Roma a Sarajevo, dall’America Latina al Golfo: piccole patrie”.
Oggi il sogno da realizzare per il giornalista è l’Europa dei popoli.
L’intervista a Tiziana Pikler
Durante il suo girovagare per l’Italia, Capuozzo è stato intercettato da Tiziana Pikler, giornalista, scrittrice, curatrice e blogger, alla quale ha rilasciato una breve intervista, pubblicata sulla testata giornalistica primaonline.it e sul profilo twitter della Pikler.
Il lavoro del giornalista dai territori di conflitto è cambiato
L’incontro non poteva non sfociare sui tratti principali del mestiere del giornalista, e soprattutto dell’inviato di guerra.
Il pensiero del giornalista corre alle ultime vicende in Afghanistan, paese che lo ha visto corrispondente per diversi anni.
L’analisi di Capuozzo conduce alla considerazione che “Il lavoro del giornalista dai territori di conflitto è cambiato”.
La rete e il cellulare, in particolare, hanno dato vita a una vera e propria rivoluzione che ha stravolto la comunicazione.
Fondamentale il contributo professionale del giornalista
Il contributo professionale che potrebbe sembrare superfluo in un rapporto diretto tra fonte e destinatari, diventa invece ancora più importante.
L’anonimato è la maschera delle fake news
Perché, conclude Capuozzo: “L’anonimato non è altro che la maschera di tante fake news”.
(Foto in alto: Toni Capuozzo, tratta da www.wikipedia.org – di Tuccaru – licenza CC BY-SA 4.0)