L’applicazione cinese TikTok è da tempo al centro di polemiche sulla base delle presunte violazioni della privacy. Sono vari i Paesi che hanno già deciso di procedere al bando dell’app per tutelare i dati dei cittadini. Dopo Ue e Canada anche Olanda, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno optato per questa soluzione.
La posizione del governo Biden
Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden riflette su come agire nei confronti di TikTok. I timori riguardano la possibilità che l’app condivida informazioni sensibili con il governo cinese, nonostante la smentita da parte della compagnia. Biden ha allora proposto un ultimatum: i proprietari cinesi dovranno cedere le loro quote dell’app, altrimenti gli Usa bandiranno TikTok.
Non è la prima volta che l’America avanza questa richiesta alla compagnia cinese. Già nel 2020 l’amministrazione Trump aveva cercato di diversificare le quote dei partners proprietari di TikTok ma senza successo. Il conseguente tentativo di bandire l’app nel Paese non aveva trovato delle basi dal punto di vista legale.
Non sono mancate le proteste da parte di molti influencers americani, i cui guadagni derivano principalmente da TikTok. Risale a questa settimana la notizia, riportata da Reuters online, che TikTok ha raggiunto i 150 milioni di utenti attivi mensili negli Stati Uniti (nel 2020 erano 100 milioni).
La risposta di TikTok
Il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, è intervenuto nella giornata di ieri al Comitato per l’energia e il commercio della Camera statunitense. In questa occasione ha ripetuto che la società ha investito molto in sicurezza e ha negato di aver mai condiviso delle informazioni sensibili con il governo cinese.
Chew ha dato inizio a un processo di decentramento dell’archiviazione dei dati dell’app. Sarà la Oracle Corporation, multinazionale del settore informatico, a organizzare e conservare le informazioni relative a utenti statunitensi in banche dati sul suolo americano.
Articolo di M.M.