ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo poco tempo per approvare la proposta di regolamento sulle tecniche genomiche che la Commissione UE presenterà il prossimo 5 luglio. Il Parlamento europeo e il Consiglio UE devono lavorare in stretta collaborazione per arrivare a una codecisione entro i primi mesi del 2024, altrimenti si rischia di bloccare l’iter del dossier. La campagna elettorale europea del prossimo anno ritarderebbe infatti la procedura di adozione posticipandola al 2025, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per la produttività e la competitività dell’agricoltura italiana”. L’appello del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, arriva dal convegno organizzato a Palazzo della Valle con alcune personalità di rilievo del mondo della ricerca e della politica per fare il punto della situazione sulle TEA, le Tecniche di Evoluzione Assistita, dopo la votazione nei giorni scorsi, all’unanimità, dell’emendamento al DL Siccità che ne autorizza la sperimentazione in campo mettendo fine a un lungo periodo di oscurantismo tecnologico.
L’imprenditrice e divulgatrice Deborah Piovan, presidente della FNP Proteoleaginose di Confagricoltura, ha spiegato l’utilità della TEA per l’agricoltura e le sue imprese: “Il cambiamento climatico espone le piante coltivate a fenomeni meteo estremi, le temperature sono più alte e le colture che usiamo sono state selezionate quando il clima era più freddo. Questi cambiamenti incidono anche sulle popolazioni di insetti nocivi e sulle malattie che attaccano le piante. Ci sono poi temi di sostenibilità economica delle aziende agricole, che operano su mercati internazionali esposti alle incertezze che derivano da situazioni di crisi in diverse parti del mondo. Infine, le politiche agricole spingono verso standard di sostenibilità ambientali sempre più alti, per ottenere i quali è necessario che si effettuino valutazioni di impatto ex ante e che richiedono un approccio basato sempre su dati scientifici. Per rispondere a tutte queste sfide le imprese devono poter accedere a ogni strumento messo a disposizione dall’innovazione, al fine di salvaguardare la tipicità dei prodotti per cui l’agroalimentare italiano è apprezzato”.
Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia del CREA, e Vittoria Brambilla, biotecnologa e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, hanno illustrato gli studi che stanno svolgendo grazie all’editing, ma anche i vantaggi di queste tecniche utili ad affrontare le questioni del cambiamento climatico e della sostenibilità.
Un ringraziamento particolare è stato espresso da Annamaria Barrile, DG di Confagricoltura, ai politici che hanno preso parte al convegno: Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura al Senato, Raffaele Nevi, segretario della Commissione Agricoltura alla Camera, e Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, che hanno dato un grande impulso all’iter delle TEA a livello nazionale.
A livello europeo, nel testo potrebbe emergere l’ipotesi di un’etichettatura per i nuovi prodotti derivanti dalle TEA. “Qualora ci fosse bisogno di una rintracciabilità, – ha affermato l’europarlamentare Herbert Dorfmann – questa deve avvenire tramite il materiale di propagazione, ad esempio sulla barbatella o sulla pianta da melo, e non sull’alimento finale”. Posizione condivisa da Confagricoltura.
“Qualora il quadro regolamentare venisse armonizzato per il meglio – ha concluso Giansanti – sarà poi necessario affiancare all’apertura normativa un significativo piano di investimenti pubblici e privati per implementare il processo produttivo di un’agricoltura del futuro”.
L’imprenditrice e divulgatrice Deborah Piovan, presidente della FNP Proteoleaginose di Confagricoltura, ha spiegato l’utilità della TEA per l’agricoltura e le sue imprese: “Il cambiamento climatico espone le piante coltivate a fenomeni meteo estremi, le temperature sono più alte e le colture che usiamo sono state selezionate quando il clima era più freddo. Questi cambiamenti incidono anche sulle popolazioni di insetti nocivi e sulle malattie che attaccano le piante. Ci sono poi temi di sostenibilità economica delle aziende agricole, che operano su mercati internazionali esposti alle incertezze che derivano da situazioni di crisi in diverse parti del mondo. Infine, le politiche agricole spingono verso standard di sostenibilità ambientali sempre più alti, per ottenere i quali è necessario che si effettuino valutazioni di impatto ex ante e che richiedono un approccio basato sempre su dati scientifici. Per rispondere a tutte queste sfide le imprese devono poter accedere a ogni strumento messo a disposizione dall’innovazione, al fine di salvaguardare la tipicità dei prodotti per cui l’agroalimentare italiano è apprezzato”.
Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia del CREA, e Vittoria Brambilla, biotecnologa e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, hanno illustrato gli studi che stanno svolgendo grazie all’editing, ma anche i vantaggi di queste tecniche utili ad affrontare le questioni del cambiamento climatico e della sostenibilità.
Un ringraziamento particolare è stato espresso da Annamaria Barrile, DG di Confagricoltura, ai politici che hanno preso parte al convegno: Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura al Senato, Raffaele Nevi, segretario della Commissione Agricoltura alla Camera, e Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, che hanno dato un grande impulso all’iter delle TEA a livello nazionale.
A livello europeo, nel testo potrebbe emergere l’ipotesi di un’etichettatura per i nuovi prodotti derivanti dalle TEA. “Qualora ci fosse bisogno di una rintracciabilità, – ha affermato l’europarlamentare Herbert Dorfmann – questa deve avvenire tramite il materiale di propagazione, ad esempio sulla barbatella o sulla pianta da melo, e non sull’alimento finale”. Posizione condivisa da Confagricoltura.
“Qualora il quadro regolamentare venisse armonizzato per il meglio – ha concluso Giansanti – sarà poi necessario affiancare all’apertura normativa un significativo piano di investimenti pubblici e privati per implementare il processo produttivo di un’agricoltura del futuro”.
– foto ufficio stampa Confagricoltura –
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