Testimonial l’attore Tom Hanks, che afferma: «Sapere ci aiuta a decidere, ci mantiene liberi».
A chiusura dello spot, la scritta: «Democracy Dies in Darkness» (“La democrazia muore nel buio”) slogan che accompagna la testata sia su sito sia sull’edizione cartacea.
Con un video di circa 1 minuto, il Washington Post ha fatto il suo esordio tra gli spot trasmessi durante l’evento clou della stagione televisiva americana: il 53° Super Bowl, disputatosi nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 febbraio 2019 (ora italiana) ad Atlanta, tra i New England Patriots e i Los Angeles Rams.
Con una veloce successione di immagini, dalla II Guerra Mondiale a oggi, accompagnate dalla voce di Tom Hanks – attore che ha interpretato Ben Bradlee nel film The Post –, il quotidiano ha cercato di mettere in evidenza l’importanza del giornalismo e il ruolo essenziale che i giornalisti svolgono per una informazione plurale e libera e i rischi (spesso mortali) che quotidianamente corrono per svolgere il proprio lavoro.
Nel video, che si apre con le foto dello sbarco in Normandia e si conclude con quella della Statua della Libertà, c’è l’omaggio a Jamal Khashoggi, il giornalista saudita del Post ucciso nel consolato di Istanbul il 2 ottobre scorso.
Nello spot vengono ricordati anche Marie Colvin, giornalista americana del Sunday Times uccisa nel 2012 in Siria, e Austin Tice, freelance americano da sei anni scomparso nella stessa regione medio orientale.
Al termine della pubblicità a difesa della stampa, messa sotto attacco dal Presidente Trump che l’ha definita anche “nemica dal popolo”, appare la scritta che il Post ha messo nella sotto la testata poco dopo l’insediamento dell’attuale presidente: “Democracy dies in darkness” (“La democrazia muore nel buio”), diventata una sorta di slogan contro l’inquilino della Casa Bianca.
Guarda lo spot del Washington Post:
«Il Super Bowl è un ottimo momento per riconoscere il coraggio e l’impegno dei giornalisti nel mondo che è così essenziale per la nostra democrazia» ha dichiarato Fred Ryan, CEO del Post.
La mossa del Washington Post ha sollevato le critiche del figlio del presidente USA, Donald Trump Jr.: «Volete sapere come i giornalisti dei principali media potrebbero evitare di spendere milioni di dollari in pubblicità al Superbowl per guadagnare una credibilità non meritata? Che ne dite di riportare le notizie e non le loro opinioni di sinistra?”.
Commento che però ha suscitato forti reazioni tra i navigatori di internet.