Le librerie di prossimità hanno aumentato le vendite per il 35% delle attività. Sui libri di scuola restano criticità: 1 famiglia su 2 chiede bonus.
Il Sondaggio condotto da SWG per il Sindacato Italiano Librai Confesercenti
Secondo lo Studio SIL Confesercenti-SWG, la legge sul libro e il bonus 18App hanno attutito l’impatto degli effetti peggiori dell’emergenza sanitaria sulle librerie di prossimità.
In seguito alla loro introduzione, infatti, il 35% delle attività dichiara di aver incrementato le proprie vendite.
È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG per il Sindacato Italiano Librai Confesercenti tra librai e lettori, diffuso in occasione di “Il mercato dei libri tra pandemia legge sulla lettura e riforma della scolastica”, il convegno organizzato da SIL a Roma.
Interventi normativi e vendite
In particolare, solo il 9% dei librai ha continuato a registrare perdite di clienti dopo l’introduzione del bonus 18App e delle nuove regole sulla scontistica arrivate con la Legge sul Libro.
Anche per chi non ha visto un aumento netto delle vendite, l’esperienza è stata comunque positiva: il 32% dei librai dichiara di aver guadagnato nuovi clienti, il 16% di aver visto tornare vecchi clienti che si erano allontanati, e il 13% (grazie soprattutto al bonus 18App) ha registrato un aumento di giovani.
L’impatto della pandemia
Un risultato positivo, che ha contribuito a ridurre l’impatto negativo dell’emergenza, che comunque c’è stato, in particolare sotto forma di accelerazione della concorrenza online dovuta alle restrizioni dei punti vendita fisici.
Prima della pandemia il 47% dei consumatori acquistava libri soprattutto presso librerie di prossimità, mentre il 28% lo faceva presso una grande libreria di catena o all’ipermercato e solo il 25% online.
Dall’inizio della pandemia ad oggi, invece, la percentuale di acquirenti online è quasi raddoppiata, arrivando al 43%.
Mentre la quota di clienti di grandi librerie e ipermercati è scesa al 15%. Un calo che ha coinvolto anche le librerie di prossimità, che hanno visto ridursi il proprio market share dal 47 al 33%.
Online
A spingere i lettori verso l’online la comodità del servizio (ragione indicata dal 72% del campione), ma anche la percezione di un prezzo più conveniente (44%) e – in modo rilevante – anche l’impossibilità di accedere ad un punto di vendita fisico, ragione sottolineata dal 29% dei consumatori.
Anche online, però, si cerca la carta
Secondo il sondaggio SWG, il 75% ha acquistato almeno un libro cartaceo, contro un 45% che ha preso un ebook e solo il 6% che si è rivolto ad un audiolibro.
Librerie di prossimità
A far resistere le librerie di prossimità, invece, sono soprattutto posizione e qualità del servizio. Il 37% le sceglie perché vicine, ma il 30% invece per la specializzazione e il 28% per la competenza del personale.
Tanto che il 45% dei consumatori ritiene che le piccole librerie siano ancora indispensabili per scegliere buone letture.
Innovazione del servizio
Certo è che le librerie non sono rimaste con le mani in mano, ma hanno affrontato la sfida posta dall’emergenza con l’innovazione di servizio.
Dall’inizio della pandemia, il 71% delle piccole librerie di prossimità e delle librerie indipendenti ha attivato un servizio di consegna a domicilio. Mentre il 23% aperto o rinnovato un sito per la vendita online, il 42% ha aderito ad un network di vendita online,come Bookdealer e Libri da Asporto. E un 19% si è rivolto a marketplace nazionali come IBS o internazionali come eBay e Amazon.
Libri di testo scolastici
La centralità delle librerie di prossimità nel mercato editoriale è confermata anche per quel che riguarda la distribuzione di libri di testo scolastici.
Le librerie sono infatti il canale più scelto (dal 37% delle famiglie), anche più dell’online (25%) e dei canali della grande distribuzione (19%) e dell’usato/scambio con altri studenti (19%).
Un sistema che per ora tiene, ma l’insoddisfazione delle famiglie è in crescita: il 39% ritiene che la distribuzione di libri per la scuola sia insoddisfacente, perché si riscontrano ogni anno ritardi e disservizi.
Pesa, inoltre, l’aggravio economico: una famiglia su due (il 53%) richiede infatti un bonus statale che faciliti l’accesso a queste spese.
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