Lunedì 25 marzo alle ore 9:00 presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma, si sono aperti gli Stati generali dell’editoria. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dato il via ai lavori, sottolineando l’intenzione del Governo di “portare avanti questo progetto complesso includendo tutti gli attori del settore, nel perseguimento dell’interesse collettivo.”
Il premier si è poi soffermato sul diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, considerando la difficoltà nel reperire informazioni verificate sui social network, su cui si crea una disinformazione totale poiché l’accesso all’informazione è diretto su queste piattaforme.
Il Presidente del Consiglio ha riassunto il programma complessivo degli Stati generali: apertura 25 marzo con una prima tavola rotonda, secondo incontro a giungo, terzo a luglio e appuntamento finale a settembre in cui verranno presentati i progetti di legge.
Infine il premier ha ringraziato il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria Vito Crimi per il lavoro già svolto in via di progettazione.
Il Sottosegretario ha poi preso la parola, denunciando la situazione di stallo in cui si trova il settore dell’editoria da qualche anno, facendo un parallelismo con la teoria dei giochi detta “equilibrio di Nash” in cui tutti i giocatori non hanno interesse a fare nessuna mossa, quindi devono collaborare per uscire dallo stallo.
Crimi ha poi spiegato quali saranno gli step del lavoro degli Stati generali:
A seguire, sono iniziati gli interventi dei principali stakeholder del settore editoriale, che hanno dato il via a questa prima giornata di lavori, coordinati e sollecitati dal Consigliere Ferruccio Sepe.
Il primo ospite a prendere la parola durante questo appuntamento iniziale degli Stati generali, è stato Marco Giovannelli, Presidente dell’ANSO – Associazione Nazionale Stampa Online-.
Il Presidente ha iniziato con il presentare la realtà ANSO, composta da editori piccoli esclusivamente online, tutti nativi digitali, che operano in ambito locale. Giovannelli spiega come per anni “l’errore dell’editoria digitale è stato quello di sentirsi figlia di un dio minore”, non considerando la grande centralità che invece l’editoria locale rappresenta al giorno d’oggi nel panorama nazionale. È importante quindi regolamentare la realtà del web e non “associarla ad una giungla”, anche perché spesso, erroneamente, “quando si parla di online, si parla di fake news”.
Al giorno d’oggi, sostiene Giovannelli “il 75% della popolazione legge notizie sul web tramite smartphone”, quindi sviluppare, regolamentare e uniformare il settore dell’editoria digitale porterà alla semplificazione nel raggiungimento di milioni di cittadini.
Per quanto riguarda la distribuzione sottolinea l’importanza delle edicole, che offrono un servizio pubblico, ma che vivono da anni in una situazione di difficoltà economica: la FIEG infatti ha siglato un accordo con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per dare sostegno alle edicole.
Inoltre Riffeser propone l’entrata diretta di editori e giornalisti all’interno delle edicole, per instaurare un dialogo direttamente con i cittadini.
L’altra battaglia che si deve continuare a combattere è quella contro la pirateria; molto è già stato fatto in collaborazione con le istituzioni, con la chiusura di molto siti pirata.
Ultimo tema trattato dal presidente della FIEG, è quello che riguarda la pubblicità: “il sistema pubblicitario va riscritto” e sulla questione del copyright Riffeser si dice sicuro che si troverà una quadra.
Il Segretario Generale della FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana- Raffaele Lorusso, è il terzo ad intervenire alla tavola rotonda degli Stati generali.
Lorusso apre denunciando la grande assenza del settore editoriale dall’agenda politica. La difficoltà principale del settore è da anni quella della regolarizzazione del lavoro, per i giornalisti non ci sono tutele ed il numero dei precari cresce sempre di più. Di conseguenza anche la qualità dell’informazione cala.
Inoltre, il Segretario Generale pone l’accento sulla mancanza di una normativa anti-trust che porta quindi l’assenza di norme sul mercato pubblicitario che sbilancia la raccolta pubblicitaria, spartita più che altro tra radio e televisioni over the top.
Per Lorusso si deve partire dalla premessa che “questo settore non si può rimettere in carreggiata senza l’intervento pubblico, il denaro pubblico deve essere usato con trasparenza e non disperso in mille rivoli”.
Anche il tema del copyright, dibattuto a livello europeo, necessita di un sostegno reale da parte delle istituzioni italiane: “chi utilizza il lavoro altrui deve pagarlo”, così conclude il Segretario Generale della FNSI.
Altro argomento fondamentale per l’Ordine, strettamente collegato alla tutela dei giornalisti, è il bisogno di un intervento immediato sulle querele temerarie, che mettono a rischio il pluralismo dell’informazione, pilastro della libertà di stampa. Verna insiste anche sulla necessità di pensare a una serie di norme volte al finanziamento della piccola editoria, che altrimenti potrebbe non riuscire a sopravvivere.
Il rappresentante dell’Ordine, infine, ha ribadito il diritto del cittadino ad essere correttamente informato, concetto che presuppone una formazione seria da parte del giornalista, che quindi deve poter accedere semplicemente e continuamente ad ambienti formativi ben strutturati.
Verna ha concluso affermando: “noi ci occupiamo di tutelare il marchio di giornalista, soggetto che opera a tutela della comunità intera”.
A seguire ha preso la parola il Segretario generale dell’U.S.P.I. Francesco Saverio Vetere.
USPI, sottolinea il Segretario, rappresenta la stampa periodica di informazione locale, di nicchia, ma anche giornali digitali come il The Post Internazionale, Fanpage, CityNews e tanti altri sparsi su tutto il territorio italiano.
“Ci si interroga, inoltre, sul ruolo dell’editore puro. Quest’ultimo non può sopravvivere senza l’intervento dello Stato. Si possono fare grandi teorie, ma poi le imprese falliscono e anche gli editori puri. Infatti molte testate chiudono e molte si raggruppano. Il problema, però, è che ancora non si riesce a capire il ruolo dello Stato nel settore e non si riesce a declinarlo correttamente. Per qualche anno sarebbe bene ritornare per la piccola e media editoria al sistema precedente e sarebbe necessario promuovere nuove agevolazioni per i contratti. Ciò che è importante fare” – conclude il Segretario – “è proteggere il sistema delle aziende e i lavoratori“.
A conclusione della tavola rotonda, ha preso la parola Giovanna Maggioni, Direttore Generale Utenti Pubblicità Associati (UPA), spiegando alla Sala come la pubblicità muove i consumi e per questo è da considerare come un investimento. “Purtroppo il mondo della pubblicità sulla stampa cartacea e online ha perso dal 2008 la parte più preponderante (circa i due terzi)” spiega la rappresentante dell’UPA, che ha inoltre sottolineato come nel mondo della pubblicità nell’editoria, la qualità gioca un ruolo fondamentale e tutti gli attori al tavolo possono aiutare il settore a controllare e a mantenere alta la qualità del lavoro.
Per il Direttore Generale, editori e investitori devono collaborare nel controllo della trasparenza di tutto il lavoro della filiera e le istituzioni e gli attori principali del settore devono lavorare insieme per sviluppare la formazione del settore, non solo con la preparazione tradizionale ma con modalità che siano proiettate verso nuove figure professionali che sono richieste nell’attuale settore dell’editoria, permettendo così l’inserimento dei giovani.
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