Banditi sette wikimen che manipolavano informazioni a favore di Pechino.
Wikipedia ha denunciato di aver subito diverse infiltrazioni esterne volte a promuovere nelle sue pagine ‘obiettivi’ di propaganda cinese.
A riferirlo è Maggie Dennis, vicepresidente di Wikimedia Foundation che è alle spalle della famosa enciclopedia.
Dennis ha dichiarato alla BBC che per questo motivo sono stati banditi 7 redattori provenienti dalla Cina continentale mentre ad altre 12 persone sono state invece sottratte le utenze di amministratori e ogni loro contenuto sarà ora passato al vaglio prima di ottenere il via libera per la pubblicazione.
Un caso senza precedenti, ha dichiarato la Dennis alla tv britannica, che ha minacciato le “fondamenta stesse” dell’enciclopedia scritta e portata avanti da volontari.
I sette “infiltrati” sono stati osservati per oltre un anno prima di poterli accusare di pubblicare notizie con lo scopo di promuovere “gli obiettivi della Cina, controllando i contenuti e i filtri attraverso i quali potevano essere raggiunti”.
Negli ultimi tempi, aggiunge Maggie Dennis, “si è svolta una battaglia tra i collaboratori a causa delle notizie su Hong Kong, contraddittorie e spesso di fonte incerta.
Diversi collaboratori che vivono a Hong Kong erano insicuri, e hanno riferito di sentirsi minacciati, o di essere esporti a rappresaglie se mettevano in rete servizi contrari a Pechino”.
Allo stesso tempo, però, Dennis ha specificato di non essere nella posizione di “puntare il dito contro Pechino”.
Né di essere “in possesso di informazioni che porterebbero a farlo”.
“I collaboratori che parlano cinese e si occupano della Cina – precisa la vicepresidente di Wikimedia – sono circa quattromila, ed è normale che alcuni di loro in buona fede abbiano accettato commenti e analisi non esatte, sono errori che avvengono di frequente, e sono scusabili”.
Da parte di Pechino, naturalmente, arrivano smentite e anzi contrattaccano accusando l’organizzazione di “calunniare senza motivo un piccolo gruppo di persone”.
Per la Cina, Wikipedia eserciterebbe una forma di censura, mettendo sotto accusa informazioni serie, ma non gradite ai Paesi occidentali. In prima linea agli Stati Uniti.
Evidentemente, per i responsabili dell’enciclopedia online, i sette wikimen sarebbero andati ben oltre a quelli che possono definirsi “scusabili errori”.
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