ROMA (ITALPRESS) – “Il cittadino europeo oggi deve usare di più la capacità di pensiero per essere meno al verde”. Lo afferma Roberto Sommella, direttore di MF Milano Finanza, in un’intervista a Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, sul suo ultimo libro “Al verde. Manifesto dei tempi moderni”.
“Prima di scrivere questo saggio ho letto tre importanti Manifesti: quello futurista, quello di Ventotene e quello del Partito Comunista. In tutti viene ipotizzato un mondo diverso da quello che si vive, un mondo in cui le contrapposizioni vengono risolte attraverso le idee e non attraverso la lotta armata: oggi cerchiamo ancora di risolvere i problemi sociali applicando l’ideologia del mercato”, sottolinea Sommella, che argomenta così la sua bocciatura al recente approccio dell’Europa nei confronti dell’economia: “Ritengo che l’errore sia stato costruire un sistema di regole convincendoci che il resto del mondo la pensasse come l’Europa: è finita che noi non cresciamo, mentre Stati Uniti e Cina sì”. Per il direttore di MF Milano Finanza una transizione ingiusta è “suicida. Abbiamo già creato un mondo in cui un’utilitaria elettrica costa 25 mila euro: parliamo di 20 stipendi di un operaio, nel momento in cui a quest’ultimo non è permesso comprare un’automobile cambia tutto il sistema di sviluppo”.
Fondamentale secondo il giornalista trovare un equilibrio in un’epoca contraddistinta dall’evoluzione sempre più rapida del panorama tecnologico: “Se rimaniamo terreno di conquista di altre tecnologie prodotte da altri continenti ci toccherà spiegare a chi perde il lavoro cosa gli resta da fare – spiega Sommella -. Non dobbiamo diventare nè troppo digitali nè troppo nostalgici, nè lasciare troppo spazio all’homo legislativo: le norme non sono l’unica risposta al cambiamento del mondo ma piuttosto lo dovrebbero accompagnare. Troppo spesso pensiamo di risolvere i problemi globali con idee nazionali e confederazioni alla bisogna: di fronte a shock come pandemia e guerra servono più federazioni e meno confederazioni”.
Il direttore di MF Milano Finanza chiude con una riflessione sulle recenti elezioni americane e sulle sue conseguenze per il Vecchio Continente: “Se in Europa ci si muove da soli non si va da nessuna parte. Se Trump si dimostrerà intelligente sarà molto più moderato di quanto è apparso finora: prima del Covid non aveva sbagliato niente, perchè l’economia era in crescita e non aveva invaso nessun Paese. E’ una figura che predica male e razzola bene. Per l’Europa rispondere con leggi e dazi a una politica protezionistica come quella americana sarebbe sbagliato”.
“Prima di scrivere questo saggio ho letto tre importanti Manifesti: quello futurista, quello di Ventotene e quello del Partito Comunista. In tutti viene ipotizzato un mondo diverso da quello che si vive, un mondo in cui le contrapposizioni vengono risolte attraverso le idee e non attraverso la lotta armata: oggi cerchiamo ancora di risolvere i problemi sociali applicando l’ideologia del mercato”, sottolinea Sommella, che argomenta così la sua bocciatura al recente approccio dell’Europa nei confronti dell’economia: “Ritengo che l’errore sia stato costruire un sistema di regole convincendoci che il resto del mondo la pensasse come l’Europa: è finita che noi non cresciamo, mentre Stati Uniti e Cina sì”. Per il direttore di MF Milano Finanza una transizione ingiusta è “suicida. Abbiamo già creato un mondo in cui un’utilitaria elettrica costa 25 mila euro: parliamo di 20 stipendi di un operaio, nel momento in cui a quest’ultimo non è permesso comprare un’automobile cambia tutto il sistema di sviluppo”.
Fondamentale secondo il giornalista trovare un equilibrio in un’epoca contraddistinta dall’evoluzione sempre più rapida del panorama tecnologico: “Se rimaniamo terreno di conquista di altre tecnologie prodotte da altri continenti ci toccherà spiegare a chi perde il lavoro cosa gli resta da fare – spiega Sommella -. Non dobbiamo diventare nè troppo digitali nè troppo nostalgici, nè lasciare troppo spazio all’homo legislativo: le norme non sono l’unica risposta al cambiamento del mondo ma piuttosto lo dovrebbero accompagnare. Troppo spesso pensiamo di risolvere i problemi globali con idee nazionali e confederazioni alla bisogna: di fronte a shock come pandemia e guerra servono più federazioni e meno confederazioni”.
Il direttore di MF Milano Finanza chiude con una riflessione sulle recenti elezioni americane e sulle sue conseguenze per il Vecchio Continente: “Se in Europa ci si muove da soli non si va da nessuna parte. Se Trump si dimostrerà intelligente sarà molto più moderato di quanto è apparso finora: prima del Covid non aveva sbagliato niente, perchè l’economia era in crescita e non aveva invaso nessun Paese. E’ una figura che predica male e razzola bene. Per l’Europa rispondere con leggi e dazi a una politica protezionistica come quella americana sarebbe sbagliato”.
– Foto Italpress –
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