La seconda fase, quella degli incontri con le categorie, si è aperta con il primo incontro, il 28 maggio, con le agenzie di informazione ed è proseguita il 30 maggio con il colloquio con i gestori delle edicole e le associazioni di categoria.
Il 28 maggio, nonostante la presenza dei manager delle più importanti agenzie di stampa sul territorio nazionale, dei direttori, dei vicedirettori e dei dirigenti, quasi nessuno è intervenuto; il dibattito non è dunque decollato. Inoltre il sottosegretario Crimi, a causa dei molti impegni a Palazzo Chigi, si è fermato solo per un saluto introduttivo e per augurare buon lavoro.
L’incontro è stato moderato da Ferruccio Sepe, capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, che ha parlato dei rapporti tra le agenzie di stampa e il comparto pubblico e, di conseguenza, ha prospettato possibili relazioni future tra i due settori. Nel discorso ha tenuto a rendere note le certezze, ma anche gli auspici, proteggendo l’esecutivo dalle accuse di non aver fatto abbastanza per la tutela del settore.
Tra i presenti è intervenuto l’Amministratore Delegato di Ansa, Stefano D’Alessandria, auspicando un veloce recepimento della Direttiva sul copyright, un rapido rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e la defiscalizzazione degli investimenti per promuovere la trasformazione digitale in atto.
Sepe, inoltre, a seguito delle richieste del Direttore Commerciale di Radiocor-Sole 24 Ore per la tutela della specificità del notiziario, ha fatto notare come il rispetto del pluralismo potrebbe passare in una fase di gare anche dalla creazione di lotti ai quali corrisponda non una disgregazione delle agenzie viventi, ma una vocazione specifica.
Gli incontri con le categorie sono poi proseguiti giovedì 30 maggio. I protagonisti questa volta sono stati i gestori delle edicole italiane e le associazioni di categoria.
Il Sottosegretario con delega all’editoria Vito Claudio Crimi era presente all’incontro e in un post su Facebook, pubblicato nella serata del 30 maggio ha raccontato la storia di Veronica Di Paolo che, a 33 anni, ha deciso di aprire un’edicola nel centro del suo paese, Posada, in provincia di Nuoro, partecipando a un Bando del Comune che poi ha vinto “con grande coraggio, considerata la crisi che sta vivendo un settore che vede chiudere 2-3 edicole al giorno. Eppure oggi la sua edicola è un punto di riferimento e di incontro per l’intera comunità. Ho voluto invitare Veronica all’evento degli Stati Generali dell’Informazione e dell’Editoria dedicato alle edicole, per raccontarci la sua storia. Una storia che spero possa infondere speranza a chi oggi si sveglia alle 4 del mattino per alzare la saracinesca della sua edicola per poi richiuderla a sera tarda, e si chiede se tutto questo abbia ancora senso” ha scritto Crimi su Facebook.
Il Sottosegretario ha poi chiarito che il Governo ha a cuore il destino delle edicole, che stanno pagando un prezzo sempre più alto a causa di “una crisi devastante più grande di loro, che sta investendo l’intera filiera dell’editoria. Ogni edicola non è solo un mero distributore di giornali, ma una voce da ascoltare, una mano da stringere, un sorriso da guardare. È un collettore, una sentinella, un termometro del luogo. La sua funzione sociale è fondamentale per le nostre comunità, un bene prezioso che non possiamo disperdere. Dobbiamo anzi valorizzarlo, attraverso nuove tecnologie, nuovi servizi e una forte riforma del settore” ha aggiunto poi Crimi che ha concluso il post mostrandosi speranzoso: “Confido che il percorso che abbiamo avviato, quello degli Stati Generali dell’Informazione e dell’Editoria, possa aiutare la filiera e i suoi operatori a ritrovare la giusta collocazione in questo mondo che cambia”.
In generale, il dato che emerge è il calo consistente degli esercizi di vendita esclusiva: si è passati da 40mila a 28mila in 10 anni. I punti vendita che sono a rischio sono altri 10 mila, il che riguarda circa 20 mila posti di lavoro. Le vendite in edicola sono calate del 53% (dati Ads) e negli ultimi 4 anni si registra un -18% per i quotidiani e -25,6% per i settimanali. Per quanto riguarda i resi delle edicole, i dati continuano a non essere incoraggianti: più di una copia su 2 viene restituita (55%).
Nonostante tutto, l’importanza dei punti vendita esclusivi è ancora cruciale per il settore dell’informazione tanto che il 75% delle copie di giornali vendute avviene tramite le edicole.
La crisi del settore dell’informazione si rileva anche da questi importanti dati, che raccontano un quadro in fase di profonda trasformazione e crisi del sistema stesso, che chiede un ruolo attivo dello Stato.
Al termine dell’incontro il Capo Dipartimento informazione ed editoria, Ferruccio Sepe è intervenuto evidenziando come “oggi tutti i convenuti hanno espresso felicemente la convinzione che, per quanto riguarda il settore, la competizione sul mercato deve svolgersi sul campo della cooperazione, in un quadro comune”.
Le organizzazioni sindacali di edicolanti e le associazioni dei distributori hanno esposto le loro proposte che hanno riguardato il riconoscimento di un equo compenso per gli edicolanti da parte degli editori (oggi il loro guadagno è del 10% netto sul prezzo di vendita, lordo è del 18,7%), l’obbligo di informatizzazione per la distribuzione, secondo criteri omogenei e nazionali. Si sono inoltre detti contrari allo “strapotere dei distributori locali che impongono pagamenti ulteriori per il trasporto dei giornali, pur essendo questa pratica contraria alla legge” e hanno richiesto il ripristino del fondo di 13 milioni di euro per la digitalizzazione del settore, per i contributi a fondo perduto per le edicole in difficoltà e per la formazione degli addetti per una rete di vendita professionale qualificata e autorizzata.
È possibile vedere i video degli incontri con le categorie sul sito del DIE.
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