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Saldi, interessato 1 consumatore su 2 ma spesa resta un’incognita

ROMA (ITALPRESS) – Dopo l’avvio ‘teoricò del 2 gennaio in Basilicata, Molise e Valle d’Aosta, con il primo giorno arancione in cui i negozi possono rimanere aperti partono le vendite di fine stagione invernali. Vendite che questa settimana prenderanno il via in altre 10 regioni. Alta l’attenzione dei consumatori: un italiano su due si dice interessato ad acquistare e i negozi di moda sperano di agguantare finalmente l’inversione di tendenza, dopo un anno terribile che ha visto svanire 16 miliardi di vendite in abbigliamento ed accessori. A stimarlo è Confesercenti, sulla base di un sondaggio condotto sui consumatori in occasione delle vendite di fine stagione invernali. Particolarmente sotto tono il bilancio di Natale, quasi dimezzato: i negozi segnalano in tutta Italia cali del 30% rispetto alle vendite natalizie del 2019, con punte del -40% nelle attività nei centri storici e nelle città d’arte che, oltre all’emergenza pandemica e alla riduzione del reddito disponibile dei consumatori, soffrono anche l’assenza dei flussi turistici.
Proprio a causa dell’emergenza Covid e delle restrizioni, le vendite di fine stagione quest’anno avranno un avvio anomalo, in ordine sparso. Nel frattempo, però, i negozi potranno procedere alle vendite promozionali, liberalizzate in tutto il territorio nazionale tranne che in Veneto e in Puglia. Quest’anno, la spesa è un’incognita. Solo il 10% degli intervistati ha dichiarato di aver già stabilito un budget per gli acquisti ai saldi: in media di 165 euro a persona, in linea con lo scorso anno. Ma la spesa potrebbe essere più alta, visto che il 75% del campione preferirà decidere gli acquisti sul momento, a seconda delle occasioni. Più definite invece le intenzioni di acquisto. Quest’anno in cima ai desideri degli italiani ci saranno scarpe e capispalla: entrambe le voci vengono indicate come possibile acquisto dal 40% degli intervistati, con i capispalla trainati dal clima freddo. Seguono prodotti di maglieria (38%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%), poi borse (13%) ed accessori (11%).
(ITALPRESS).
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