ROMA (ITALPRESS) – “Se la curva dei contagi non risale, io penso che si debba ripartire. Con un impegno: se qualcosa va storto, dobbiamo essere pronti a riconsiderare il calcio la più importante delle cose non importanti”.
E’ il pensiero dell’ex ct azzurro Arrigo Sacchi intervistato dal Corriere dello Sport.
A proposito dei presidenti che volevano fermare il giocattolo non pagando gli stipendi dei calciatori: “La maggioranza di loro ha votato per continuare. Ci sono club che sono andati oltre le loro possibilità. Però sono stati una minoranza, vuol dire. che qualcosa sta cambiando. Stimo Gabriele Gravina, che ha dimostrato il suo coraggio fin da quando con una piccola società di dilettanti è arrivato in serie B. E’ la prova che le buone idee e una componente di rischio intelligente possono valere più dei soldi, perfino in un Paese che ha eletto i soldi a valore primario».
Sulla possibilità che il calcio a porte chiuse possa essere più coraggioso Sacchi risponde: “Non credo, è come recitare in un teatro vuoto. Ti viene paura. La differenza la fanno le personalità». “Ci sono tre squadre che hanno contributo all’evoluzione del calcio grazie all’intuizione dei loro allenatori – spiega Sacchi – l’Olanda di Michels, il mio Milan e il Barcellona di Guardiola. Ma il calcio è in continua evoluzione. Il modulo ideale oggi è quello che ti garantisce il possesso ma ti fa trovare anche le verticalizzazioni. Perchè il possesso lento aiuta gli avversari a posizionarsi. Invece devi fare un possesso veloce, per infilarti in ogni pertugio aperto che trovi nella difesa avversaria. Guardiola interpreta a meraviglia questo sviluppo: il suo Manchester City verticalizza molto di più del Barcellona. E’ ancora lui il migliore».
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