Questa pandemia, tra le altre cose, ha ritardato anche il lancio del 5G a livello globale, ma questo 2020 appena finito ci ha aiutato a comprendere l’urgenza di questo nuovo sistema, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione. Grazie alle piattaforme per le videochiamate, infatti, siamo rimasti connessi e abbiamo portato avanti il nostro lavoro e i nostri rapporti sociali.
Solo qualche settimana fa, il Garante delle Comunicazioni ha evidenziato come il 5G italiano sia ancora fortemente dipendente dalla precedente generazione, il 4G, su cui si basa in gran parte per la trasmissione radio e la fruizione di servizi. Ma, le velocità odierne raggiunte dai vari operatori abilitati al 5G sono quelle promesse; ora quello che manca sono le applicazioni tali da trarre reali benefici dalla rete.
Sembrerebbe, secondo un recente studio di Opensignal, società di analisi, che nel 2021 la prima esperienza 5G ‘nativa’ aperta a tutti i consumatori riguarderà le videochiamate. Il report prevede un boom delle piattaforme di videocomunicazione, soprattutto quelle di gruppo, oggi in grado di supportare solo un numero ridotto di partecipanti con flussi in alta definizione.
“La videochat mobile esisteva ben prima del Covid-19 – spiegano gli analisti -, ma l’esperienza del 2020 ha evidenziato una maggiore pressione sulla capacità della rete di supportare più utenti connessi contemporaneamente”.
Un altro aspetto fondamentale sarà quello che riguarderà l’implementazione nella telemedicina, per effettuare operazioni chirurgiche e altre procedure mediche anche a distanza.