Vodafone ha pubblicato il report “Why telecoms Matters” nel quale analizza le potenzialità della connettività di prossima generazione e l’impatto che avrà sull’ambiente, il lavoro e la società.
Le opportunità di innovazione e sviluppo sono molte: per l’Europa si prospetta una possibilità di investimenti da 1.000 miliardi di euro, tuttavia, il Vecchio Continente non sembra neanche vicino agli obiettivi del Decennio Digitale.
I numeri di “Why telecoms Matters”
Secondo il report, la digitalizzazione sta avendo un impatto sull’industria manifatturiera globale che si aggira intorno ai 2.000 miliardi di dollari annui. Inoltre, entro il 2030, l’Internet of Things (IoT) potrebbe generare in tutti i settori a livello globale un valore di 12,6 trilioni di dollari.
Prospettive rosee per gli investimenti mondiali, ma un risvolto negativo per l’Europa sussiste: l’analisi evidenzia un divario per la connettività tra Ue e altri Paesi, come USA e Cina.
Il declino economico pare essere evidenziato da un orizzonte di aspettative non raggiunte neanche per il Decennio Digitale, in programma per il 2030. Eppure, gli investimenti sulla connettività e la digitalizzazione in Ue hanno un potenziale di aumento della produttività del +10% del punteggio DESI (Indice di Economia e Società Digitale).
Le conseguenze sono solo positive: l’aumento del PIL pro capite dello +0,65%. In merito, il report mette il focus sulle sfide e gli ambiti della digitalizzazione e fornisce alcuni numeri. Per esempio, se entro il 2027 ogni Stato europeo raggiungesse un punteggio DESI di 90, il PIL pro capite in tutta Ue avrebbe un incremento del +7,2%, pari a 1.000 mld di euro.
Competenze e ritardi
Lo scarso livello di digitalizzazione in Europa va anche a minare la competitività in diversi ambiti a livello globale.
“Mentre la copertura 5G della popolazione si attesta all’81%, la diffusione delle reti 5G stand-alone ad alta performance è in ritardo. Il 5G è ancora al di sotto della qualità per quanto riguarda le aspettative degli utenti finali e le esigenze dell’industria, così come nell’affrontare il divario tra aree rurali e urbane”, segnala la Commissione europea nel testo del Decennio Digitale.
Il divario sulla connettività ovviamente si ripercuote anche su altri ambiti e tecnologie, come su Intelligenza Artificiale (l’Ue non ha un sistema di IA vincente come quello USA o cinese, che detengono rispettivamente il 73% e il 15% dei modelli IA di grandi dimensioni), IoT, Ambiente e Sanità, Big Data, Cloud e Pubblica Amministrazione.
Infine, con l’aumentare della digitalizzazione, la richiesta di personale competente in materia ICT sale. I digitalmente alfabetizzati non sono abbastanza in Ue per soddisfare il livello minimo richiesto globale: insufficiente dunque per competere con i grandi player.
L’Ue ha solo 20 milioni di specialisti ed è solo il 47% del totale di cui avrebbe bisogno. Per questo l’industria digitale europea risulta frenata.
Articolo di T.S.