Nella situazione di difficoltà delle cartiere nel nostro Paese e della produzione della carta a costi sempre in crescita, interviene anche Assocarta.
L’Associazione datoriale è intervenuta tramite il suo Direttore Generale, Massimo Medugno. “Il razionamento o l’ottimizzazione del consumo di gas non spaventa le imprese del nostro settore. L’industria della carta, con una filiera che vale 25 miliardi di euro, è abituata a lavorare con lo strumento dell’interrompibilità delle forniture di gas, che viene utilizzato quando ci sono dei picchi di freddo”.
Nonostante ciò, Assocarta sottolinea che “sarebbe molto positivo conoscere i piani del Governo. Le industrie potrebbero in qualche modo organizzare la propria attività, magari di fronte a meccanismi di volontarietà e di ottimizzazione”.
È importante fornire, in questo momento più che mai, una garanzia pubblica al settore “per i fornitori nella conclusione dei contratti. Il momento è delicato, le imprese cartarie pagano il gas circa venti volte di più rispetto al giugno dello scorso anno. Il costo dell’energia che per il settore della carta rappresentava il 30% dei costi generali ora si sta avvicinando al 50%” e le aziende “non riusciranno a trasferire i costi sui clienti”, spiega Medugno.
Ovviamente il discorso carta vale per l’editoria libraria e periodica ma anche per tutto il settore che ruota intorno alla produzione in generale. Imballaggi, cartone e cartoncino. E quindi Assocarta avverte: “Se blocchiamo l’industria cartaria, si fermeranno le filiere e scatterà la cassa integrazione per molti settori”.